
Inaugurazione del restauro dell’organo Livio Tornaghi (1867) Einweihung der restaurierten der Livio Tornaghi-Orgel (1867)
Inaugurazione del restauro dell’organo Livio Tornaghi (1867)
Einweihung der restaurierten der Livio Tornaghi-Orgel (1867)
Organo | Orgel, Marco Ruggeri
Programma
WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791)
Ouverture da Die Zauberflöte
GEORG BÖHM (1671-1733)
Partite sopra “Freu dich sehr, o meine Seele”
BALDASSARRE GALUPPI (1706-1785)
Sonata in Sol (RA 1.11.07)
(Andante, Allegro, Andante e piano, Allegro e forte)
FRANZ JOSEPH HAYDN (1732-1809)
Capriccio in Sol
DAVIDE DA BERGAMO (1791-1863)
Elevazione “del gran maestro Mozart“, Preghiera
MARCO ENRICO BOSSI (1861-1925)
Ave Maria
SAVERIO MERCADANTE (1795-1870)
Grande Sinfonia
sopra i motivi dello Stabat Mater del celebre Rossini
NOTE AL PROGRAMMA
Il programma è stato scelto per cercare di valorizzare le numerose potenzialità foniche dell’organo Tornaghi, ottimo esemplare di strumento orchestrale tipicamente ottocentesco. L’apertura è affidata ad un celebre brano, al tempo stesso solenne e gioioso, quale la Sinfonia introduttiva del Flauto magico mozartiano, la cui chiarezza di scrittura bene si adatta alle varie gradazioni del ripieno, registro principe dell’organo. A seguire, una serie di variazioni del compositore tedesco Georg Böhm (autore che ispirò molto Johann Sebastian Bach) sopra il cantabile tema del corale luterano “Freu dich sehr, o meine Seele”, noto anche in Italia con il testo “Quanta sete nel mio cuore”. Dopo una prima semplice esposizione del corale, si avvicendano vari trattamenti che si prestano per alternare varie registrazioni timbriche, sino all’ultima variazione, il cui carattere pomposo viene reso con efficacia dall’insieme delle ance. Baldassarre Galuppi, detto “il Buranello” per le sue origini lagunari, ha scritto una notevole quantità di Sonate, spesso suonate al cembalo, ma in realtà molto adatte anche all’esecuzione organistica dove i vari registri possono meglio evidenziare i caratteri contrastanti delle varie sezioni. È questo il caso della Sonata in programma, divisa in quattro parti, cantabili ed eleganti le dispari, mentre la seconda e la quarta si presentano come uno spiccato marziale. Un discorso simile può essere riferito anche alla musica pianistica di Franz Joseph Haydn, padre del classicismo settecentesco. In
particolare, il Capriccio in Sol qui proposto sicuramente trae vantaggio dall’esecuzione all’organo poiché è basato su un unico tema che ostinatamente si ripete dall’inizio sino al termine, passando per tonalità diverse e trasformazioni sempre più ardite, come un incremento costante di intensità musicale che dal pianissimo d’apertura arriva progressivamente al “tutti” conclusivo. Entrando nel pieno Ottocento, non può sfuggire un cenno ad uno dei maggiori organisti del tempo, padre Davide da Bergamo. Originario di Zanica, a poca distanza dal capoluogo orobico, svolse la sua professione di frate francescano per 45 anni presso la Basilica di S. Maria di Campagna in Piacenza, ove si fece costruire un grandioso organo dalla ditta Serassi (tuttora esistente). Rinomato concertista e improvvisatore, ci ha lasciato una gran quantità di musica d’organo e vocale. Il primo dei due brani in programma è una trascrizione dall’Andante della Sinfonia in Mib maggiore di Mozart n. 39, riassunto e adattato da padre Davide per l’uso liturgico nella Elevazione (la consacrazione) della messa. Gli spunti tematici solistici vengono affidati al registro del Corno inglese, come indicato sul manoscritto davidiano. Su un piano opposto per dimensioni e ricchezza di fantasia si pone la Preghiera, uno dei capolavori della produzione organistica di padre Davide. Se sul piano formale la tipologia di brano più vasta era solitamente la sinfonia, qui l’autore vuole superare questi limiti e dunque adotta una forma rara per la musica d’organo ma frequente nel repertorio operistico: la scena d’opera. Si tratta di un grande impianto quadripartito ampiamente utilizzato nel melodramma ottocentesco e composto da un “tempo d’attacco”, un grande cantabile, un “tempo di mezzo” e la caratteristica cabaletta finale. Tutto ciò serve a padre Davide per descrivere l’atteggiamento della preghiera: quasi assorto e contemplativo all’inizio, poi esuberante nel finale, ad indicare gli effetti benefici della preghiera nella vita quotidiana. Nel centenario della morte, l’Ave Maria di Marco Enrico Bossi vuole ricordare questo grande compositore e organista scomparso nel 1925, mentre era in nave nel viaggio di ritorno da una (trionfale) tournée americana. La sua abbondante produzione organistica richiede organi sinfonici, certamente diversi dal Tornaghi di Villa Lagarina, ma la semplice e intima Ave Maria può comunque essere efficacemente proposta per mostrare il raffinato mondo poetico del compositore. In chiusura viene proposta la Grande Sinfonia di Saverio Mercadante sopra temi dello “Stabat Mater” di Rossini. Era molto frequente nell’Ottocento l’utilizzo di temi celebri per trascrizioni pianistiche o cameristiche. Si tratta normalmente di brani di facile uso e consumo, di poco valore, destinati all’intrattenimento salottiero. Non è il caso della presente Sinfonia, sia perché l’autore è uno dei maggiori compositori dell’Ottocento italiano (a torto oggi dimenticato), sia perché in effetti i temi rossiniani, ben distinguibili, vengono però inseriti in una struttura di grande bellezza e sapienza compositiva. L’originale è per orchestra, ma la versione organistica, con gli organi- orchestra ottocenteschi, non toglie nulla ai colori e agli effetti d’insieme.
Marco Ruggeri
Marco Ruggeri, nato a Cremona nel 1969, è diplomato in Organo, Clavicembalo e Direzione di coro ai Conservatori di Piacenza e Brescia dopo aver studiato con G. Crema, E. Viccardi, G. Fabiano, N. Scibilia, P. Ugoletti e M. Ghiglione. Si è perfezionato in varie accademie europee e, in particolare, con Andrea Marcon alla Schola Cantorum di Basilea (1997-98). Ha vinto numerosi premi in concorsi di esecuzione, tra cui il 1° premio al Concorso Clavicembalistico di Bologna nel 1997. Laureato con lode in Musicologia, si dedica allo studio della musica organistica e dell’organaria italiana dell’Ottocento, pubblicando saggi e edizioni. Ha pubblicato un apprezzato Manuale di basso continuo (Ed. Ricordi 2012); nel 2019 ha curato una corposa antologia di musica organistica italiana contemporanea (Hortus deliciarum, Ed. Carrara) in omaggio a Giancarlo Parodi. Svolge un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero, anche in Duo con la violinista Lina Uinskyte con la quale ha registrato vari CD riscuotendo l’apprezzamento della critica (5 stelle Amadeus). Ha recentemente inaugurato il restauro del prestigioso organo Antegnati- Serassi del Duomo Vecchio di Brescia ed ha al suo attivo la registrazione di oltre 20 CD, con particolare riferimento all’Ottocento italiano. È secondo organista titolare dell’organo Mascioni della Cattedrale di Cremona, strumento sul quale ha eseguito l’opera omnia per organo di J. S. Bach e D. Buxtehude. È stato consulente per il restauro degli organi presso la Direzione Regionale di Milano (2006-2012) e la diocesi di Cremona (1998-2021). È schedatore autorizzato CEI-ICCD per i contributi per i restauri degli organi (fondi dell’8 per mille); docente di ‘Organo e musica liturgica’ presso il Conservatorio di Darfo-Brescia e la Scuola Diocesana ’S. Cecilia’ di Brescia. Dal 2019 è coordinatore di redazione della rivista «L’Organo» (Bologna, Ed. Pàtron).

