festival

Splendori barocchi “Fedeltà e seduzione” | Barocke Prachtstücke “Treue und Verführung”

DOMENICA 26 MAGGIO
SONNTAG, 26. MAI
TRENTO • TRIENT
Chiesa San Francesco Saverio, ore 11.00
Kirche San Francesco Saverio, 11,00 Uhr

DOMENICA 26 MAGGIO
SONNTAG, 26. MAI
SALORNO • SALURN
Chiesa parrocchiale, ore 17.00
Pfarrkirche, 17,00 Uhr
G. F. Händel

Samson (Sansone e Dalila)

Oratorio per soli, coro e orchestra HWV 57

CORO e ORCHESTRA BAROCCA ANDREA PALLADIO

Direttore/Leitung, Enrico Zanovello

Voce narrante/Erzählstimme,  Pino Costalunga

 

 Personaggi ed interpreti / Personen und Sänger:

 Samson, Alberto Allegrezza

Dalila, Maria Parolini

Manoa, Alberto Spadarotto

Micah, Francisco Ricardo

Harapha, Ludovico Dal Prà

Una Israelita/Israelitin, Jimin Oh

Una Filistea/Philisterin, Anna Panozzo

Un Israelita/Israelit, Alberto Peretti

 

Orchestra Andrea Palladio (con strumenti originali/ mit Originalinstrumenten)
Violini primi: Matteo Zanatto, Luca Ranzato, Matteo Anderlini, Matteo Rozzi
Violini secondi: Massimiliano Tieppo, Alessia Turri, Giulio Zanovello, Valeria Zanovello
Viole: Filippo Bergo, Karina Ferramosca
Violoncello: Simone Tieppo, Caterina Colelli
Contrabbasso: Fabio Conte
Oboi: Giuseppe Falciglia, Maurizio Paluzzi
Fagotto: Steno Boesso
Controfagotto: Eva Cipriani
Organo: Lisa Moroko
Trombe: Michele Santi, Bruno Bocci
Corni: Claude Padoan, Dileno Baldin  
Timpani: Didier Bellon

Coro Andrea Palladio

Soprani: Gaia Ammaturo, Lucia Fernandez, Valentina Fin, Linda Lo Giudice, Jimin Oh, Maria Parolini, Anna Panozzo
Contralti: Elisa Bombasin, Rossana Verlato, Marta Fraccaroli, Francisco Ricardo, Antonella Grando, Deborah Lotto
Tenori: Alberto Allegrezza, Davide Cristanelli, Armando Parra, Roberto Revrenna, Enrico Imbalzano, Gianclaudio Martin, Andrea Brazzale, Marco Baratto
Bassi: Ludovico Dal Prà, Marco Franceschini, Alberto Peretti, Enrico Zamboni, Alberto Spadarotto, Filippo Bordin

 

Locandina
Programma di sala

NOTE AL PROGRAMMA

Il Samson mostra un Händel all’apice delle sue capacità di innovatore dell’oratorio inglese. È un’opera cardine nella carriera di Händel e nella storia dell’oratorio. Il seme del Samson era stato gettato già nel 1739 quando uno dei più accaniti sostenitori del compositore, il quarto conte di Shaftesbury, tenne una riunione nella sua casa di Londra. Il giorno dopo scrisse a suo cugino James Harris: “Non ho mai trascorso una serata più soddisfacente dell’ultima. Jemmy Noel [suo cognato] ha letto l’intero poema di Sampson Agonistes e ogni volta che si è fermato per prendere fiato il signor Händel ha suonato penso davvero meglio che mai, e la sua armonia era perfettamente adattata alla sublimità del poema”. È possibile che alla festa di Shaftesbury Händel abbia avuto l’ispirazione non solo di improvvisare in modo appropriato sul soggetto del Samson Agonistes, ma anche di creare da esso un’opera importante e di chiedere all’amico Newburgh Hamilton di creare un libretto per l’oratorio progettato. Il Samson Agonistes di Milton era ideale per l’oratorio, che – come composto da Händel – non era destinato a essere messo in scena o recitato, ma eseguito in stile “concerto”. Il Sansone agonizzante era un dramma (“agonistes” = in lotta), in versi, con personaggi nominati. Si prestava quindi alla conversione in recitativi e arie modellate, come gli assoli dell’oratorio inglese, sulle forme dell’opera italiana. Milton conosceva la prima opera italiana e sapeva che era modellata sulla tragedia greca. La struttura rispetta l’unità di tempo e di luogo, qualsiasi azione fisica si svolge “fuori scena” (come verso la fine dell’oratorio) e il dramma si sviluppa in una serie di conversazioni tra due o tre persone e un coro che è impegnato e commentatore dell’azione. Dal dramma di Milton, Hamilton trasse un tema unificante dell’intero libretto, che diede ad Händel l’opportunità di creare parole fantasiose ed espressive: l’immaginario del buio e della luce, che pervade l’intero testo dall’eclissi totale all’infinita vampata di luce finale, ed è particolarmente appropriato alla storia di un uomo cieco che ritrova la luce interiore. Hamilton ha, inoltre, incorporato materiale da altri quattordici poemi e parafrasi di salmi di Milton e ha aggiunto alcune parole proprie, per soddisfare le esigenze di Händel. Milton proibisce espressamente il lamento funebre per Sansone: “Non c’è tempo per le lacrime…”, ma Hamilton pensa che serva una conclusione sia catartica che edificante, così aggiunge un’elegia (Glorious hero) e il famoso assolo e coro “Let the bright seraphim”. Ancora più audacemente, riconoscendo che lo stile compositivo richiedeva una successione di stati d’animo contrastanti, Hamilton crea un’intera nazione da contrapporre agli israeliti. Il Sansone si apre con un breve recitativo in cui l’accecato e schiavo Sansone osserva amaramente che una festa in onore del Dio filisteo Dagon gli sta offrendo un giorno di tregua dalle “fatiche servili”. Chiunque abbia familiarità con lo stile prevalente dell’opera e dell’oratorio del XVIII secolo si aspetterebbe che questo recitativo sia seguito da un’aria per Sansone. Così non è, gli ascoltatori vengono sorpresi da un tripudio di colori orchestrali e da un coro giubilante, il primo di una sequenza di arie e cori dei Filistei. Il contrasto con l’isolamento e lo sconforto di Sansone difficilmente potrebbe essere maggiore. La trovata del coro filisteo, consente a Händel di evitare un’ininterrotta tristezza e di introdurre uno stile musicale distinto – omofonico e disinvolto, in ritmi di danza esuberanti – che trasmette perfettamente l’edonismo e la sconsiderata sicurezza dei rapitori di Sansone. Un ascoltatore moderno probabilmente identificherà Sansone come il primo terrorista fondamentalista. Niente di più lontano dalle menti di Milton, Hamilton, Händel e del loro pubblico. Tutti loro avrebbero conosciuto Sansone dell’Antico Testamento e lo avrebbero riconosciuto come scelto divinamente ma profondamente imperfetto: ammirevole come protettore patriottico del suo popolo e campione consacrato dell’unico vero Dio, ma esempio della debolezza anche dei grandi uomini.
Alessandro Arnoldo

 

ANMERKUNGEN ZUM PROGRAMM

Das Oratorium “Samson” zeigt Händel auf dem Höhepunkt seines Schaffens als Erneuerer des englischen Oratoriums. Es stellt ein Schlüsselwerk in Händels Karriere und in der Geschichte des Oratoriums dar. Der Grundstein für Samson wurde bereits 1739 gelegt, als einer der eifrigsten Förderer des Komponisten, der 4. Graf von Shaftesbury, in seinem Londoner Haus ein Treffen abhielt. Am nächsten Tag schrieb er an seinen Cousin James Harris: “Ich habe noch nie einen so erfüllenden Abend verbracht als den letzten. Jemmy Noel [sein Schwager] hat das ganze Samson Agonistes vorgelesen, und jedes Mal, wenn er eine Pause machte, um sich zu erholen, hat Herr Händel besser als je zuvor gespielt – so meine ich – und seine Harmonie war der Erhabenheit des Dramas vollkommen abegestimmt“.

Möglicherweise wurde Händel beim Shaftesbury-Treffen nicht nur zu einer angemessenen Improvisation über das Thema des Samson Agonistes inspiriert, sondern auch zur Idee, daraus ein großes Werk zu schaffen und seinen Freund Newburgh Hamilton zu bitten, ein Libretto für das geplante Oratorium zu schreiben. Miltons Samson Agonistes erwies sich als ideal für das Oratorium, das – so wie es Händel komponierte – nicht für eine Inszenierung oder für eine Aufführung gedacht war, sondern als Konzert aufgeführt werden sollte. Der sich quälende Samson war ein Drama (“Agonistes” = kämpfend), in Versen, mit namentlich genannten Personen. Es eignete sich daher gut für die Umsetzung in Rezitative und Arien, die, wie die englischen Oratoriums-Soli, an die Formen der italienischen Oper angelehnt waren. Milton kannte die frühere italienische Oper und wusste, dass sie auf der griechischen Tragödie aufbaute.

Die Struktur respektiert die Einheit von Zeit und Ort, jede physische Handlung findet “außerhalb der Bühne” statt (so z.B. gegen Ende des Oratoriums) und das Drama entfaltet sich in einer Reihe von Gesprächen zwischen zwei bzw. drei Personen und einem Chor, der die Handlung kommentiert. Aus Miltons Drama schöpfte Hamilton ein einheitliches Thema für das gesamte Libretto, das Händel die Möglichkeit gab, phantasievolle und ausdrucksstarke Worte zu finden: Es ist die Symbolik von Dunkelheit und Licht, die den gesamten Text von der totalen Verfinsterung bis zum endlosen Lichtschein durchdringt und die besonders gut zur Geschichte eines Blinden passt, der sein inneres Licht findet. Hamilton übernahm außerdem Material aus vierzehn anderen Poemen und Psalmenparaphrasen Miltons und fügte noch eigene Worte hinzu, um Händels Anforderungen zu erfüllen. Milton verbietet ausdrücklich die Totenklage für Samson: “Keine Zeit für Tränen…”; Hamilton aber meint, dass der Schluss sowohl kathartisch als auch erbaulich sein soll und fügt deshalb eine Elegie (“Glorious hero”) und das berühmte Solo und den Chor “Let the bright seraphim” hinzu. Hamilton geht noch einen Schritt weiter: In der Überzeugung, dass der Kompositionsstil eine Abfolge von kontrastierenden Stimmungen erfordert, schafft er ein ganzes Volk als Kontrast zu den Israeliten.  Samson beginnt mit einem kurzen Rezitativ, in dem der geblendete und versklavte Samson verbittert feststellt, dass ein Fest zu Ehren des philippinischen Gottes Dagon ihm einen Tag Aufschub von seiner “Sklavenarbeit” gewährt. Jeder, der mit dem vorherrschenden Opern- und Oratorienstil des 18. Jahrhunderts vertraut ist, würde erwarten, dass auf dieses Rezitativ eine Arie für Samson folgt. Stattdessen wird der Zuhörer von einem farbenprächtigen Orchester und einem jubelnden Chor überrascht, die ersten einer Reihe von Arien und Chören der Philister. Der Kontrast zu Samsons Isolation und Niedergeschlagenheit könnte kaum größer sein. Mit dem Auftritt des Philisterchors gelingt es Händel, eine ungebrochene Traurigkeit zu vermeiden und einen eigenen, homophonen und lockeren Musikstil mit ausgelassenen Tanzrhythmen einzuführen, der den Hedonismus und das rücksichtslose Selbstbewußtsein von Samsons Entführern perfekt vermittelt. Ein zeitgenössischer Zuhörer könnte vielleicht Samson als den ersten fundamentalistischen Terroristen identifizieren. Nichts könnte den Gedanken von Milton, Hamilton, Händel und ihres Publikums ferner liegen. Sie alle kannten Samson aus dem Alten Testament und erkannten ihn als göttlich auserwählt, aber auch zutiefst unvollkommen: bewundernswert als patriotischer Beschützer seines Volkes und gesalbter Verteidiger des einen wahren Gottes, aber zugleich auch ein Beispiel für die Schwäche, di selbst große Männer kennzeichnet.
Alessandro Arnoldo

 

Il Coro e Orchestra Andrea Palladio
è formato da cantanti e strumentisti con esperienze artistiche internazionali. Dal 2009 (250° anniversario della morte di G.F. Händel) il Coro e Orchestra A. Palladio ha avviato l’esecuzione integrale delle composizioni sacre per soli, coro e orchestra del “caro sassone”.
Diretti da Enrico Zanovello, concertista internazionale e docente al Conservatorio di Vicenza, che partecipa ad importanti festivals e rassegne in prestigiose sedi e teatri in ambito nazionale ed europeo (Basilica di Aquileia, Filarmonica di Trento, Cattedrale di Brescia, Schola Grande di S. Rocco Venezia, Asamkirke di Ingolstadt, Dal Verme di Milano, Ristori di Verona, Comunale di Vicenza, Operahause di Il Cairo ed altri).
Molte le incisioni discografiche per le etichette Ricordi, Brilliant, Tactus, Fugatto. L’ultimo CD “The Lord is my light” (etichetta Discantica) dedicato agli anthems di G. F. Händel è stato  salutato dalla critica come “imperdibile” e presentato dall’autorevole critico musicale Armando Torno su Rai Radio 3. Numerose le trasmissioni televisive fra cui ultima in ordine di tempo su Rai 5 la rappresentazione di Alcina di Händel, sotto la direzione di Andrea Marcon. 
Annoverate nelle programmazioni anche pagine inedite di autori veneti ed allestimenti ex novo di opere teatrali come la Pantomima di W.A. Mozart “Pantalone e Colombina” presentata in prima esecuzione assoluta all’Operahause di Il Cairo.

Der Andrea Palladio Chor und Orchester
besteht aus Sängern und Musikern mit internationaler künstlerischer Erfahrung. Seit 2009 (dem 250. Todestag von G.F. Händel) hat der Klangkörper damit angefangen, die gesamten geistlichen Kompositionen für Solisten, Chor und Orchester des „geliebten Sachsen“ aufzuführen.
Unter der Leitung von Enrico Zanovello, einem internationalen Konzertinterpreten und Dozenten am Konservatorium in Vicenza, nimmt der Chor und Orchester Andrea Palladio an wichtigen Festivals und Aufführungen in den bedeutendsten Konzertsälen und Theatern Italiens und Europas teil (Basilika von Aquileia, Filarmonica von Trient, Dom von Brescia, Schola Grande von S. Rocco Venedig, Asamkirche Ingolstadt, sowie Theater Dal Verme in Mailand, Ristori in Verona, Comunale in Vicenza, Operahaus in Kairo u.a.).
Der Klangkörper hat zahlreiche Aufnahmen für Ricordi, Brilliant, Tactus und Fugatto eingespielt. Die jüngste CD The Lord is my light (Label Discantica), die den Hymnen von G.F. Händel gewidmet ist, wurde von der Kritik als “unvergesslich” bezeichnet und vom berühmten Musikkritiker Armando Torno auf Rai Radio 3 vorgestellt. Unter den zahlreichen Fernsehübertragungen sei hier die in zeitlicher Reihenfolge jüngste erwähnt, d.h. die Aufführung von Händels „Alcina“ auf Rai 5 unter der Leitung von Andrea Marcon.
Es wurden auch unveröffentlichte Manuskripte venezianischer Autoren und Neuinszenierungen von Theaterstücken auf die Bühne gebracht, wie z.B. die Pantomime „Pantalone e Colombina“ von W.A. Mozart, deren überarbeitete und neuarrangierte Uraufführung am Opernhaus in Kairo stattfand.

Enrico Zanovello concertista internazionale la cui personalità artistica e musicale si è sviluppata in un percorso articolato e ricco di esperienze.
Consegue il diploma d’organo al Conservatorio di Parma con Stefano Innocenti ed il diploma di clavicembalo al Conservatorio di Brescia con Andrea Marcon. Significativi nella sua complessiva formazione, culturale e d’artista, gli studi universitari nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo di Padova con specializzazione in Storia della musica.
È stato docente presso i conservatori di Venezia, Trieste, Cagliari e Brescia. Dal 2005 è docente al Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza. Tiene regolarmente masterclass e corsi di specializzazione presso varie istituzioni musicali in Italia e all’estero. È invitato regolarmente quale membro di giuria in concorsi organistici internazionali.
La carriera artistica lo vede presente sia in veste di direttore che concertista d’organo in prestigiosi festival europei ed americani, (Recital Organistici: Cattedrali di Washington, Notre-Dame-Parigi, Varsavia, Brugge, Edimburgo, St. Ouen a Rouen, Bratislava, Helsinki, Malaga, Tonsberg-Norvegia, Losanna, ecc. Direzione: Teatro Olimpico di Vicenza, Opera House de Il Cairo, Basilica di Aquileia, Asamkirke di Ingolstadt, Sala della Filarmonica di Trento, Cattedrale di Brescia, Schola Grande di S. Rocco-Venezia ecc.)  con all’attivo più di mille concerti. 
In questi ambiti internazionali inaugura ed è consulente per la costruzione di nuovi organi o per il restauro filologico di strumenti storici. I suoi concerti vengono spesso trasmessi da emittenti radiofoniche e televisive.
Tra i numerosi progetti che lo hanno visto impegnato come direttore da ricordare: la prima esecuzione italiana, al Teatro Olimpico, dell’“Anthem on the peace” – opera sacra per soli coro e orchestra di G. F. Händel; e, all’Opera House de Il Cairo, la prima esecuzione assoluta in tempi moderni della, revisionata e rieditata, pantomima “Pantalone e Colombina” di W. A. Mozart.
Ha registrato molti CD in veste di solista e direttore ricevendo premi e riconoscimenti da riviste specializzate italiane ed europee (Premio “Coup de coeur” – rivista belga “Le magazine d’orgue” o il “Giudizio Eccezionale” dalla rivista italiana “Musica”).   

Enrico Zanovello ist ein internationaler Konzertinterpret, dessen künstlerische und musikalische Persönlichkeit sich in einer vielseitigen und erfahrenen Karriere entwickelt hat.  Er erhielt sein Orgeldiplom am Konservatorium in Parma bei Stefano Innocenti und sein Cembalodiplom am Konservatorium in Brescia bei Andrea Marcon. Von großer Bedeutung für seine umfassende kulturelle und künstlerische Ausbildung war sein Studium an der Fakultät für Literatur und Philosophie der Universität Padua, mit Schwerpunkt Musikgeschichte.
Er unterrichtete an den Konservatorien von Venedig, Triest, Cagliari und Brescia. Seit 2005 unterrichtet er am Konservatorium A. Pedrollo in Vicenza. Er hält regelmäßig Meister- und Spezialisierungskurse an verschiedenen Musikinstitutionen in Italien und im Ausland ab. Er wird regelmäßig als Jurymitglied zu internationalen Orgelwettbewerben eingeladen.
In seiner künstlerischen Laufbahn ist er sowohl als Dirigent als auch als Organist bei renommierten europäischen und amerikanischen Festivals aufgetreten (Orgelkonzerte: Kathedralen von Washington, Notre-Dame-Paris, Warschau, Brügge, Edinburgh, St. Ouen in Rouen, Bratislava, Helsinki, Málaga, Tonsberg-Norwegen, Lausanne usw.; Leitung: Teatro Olimpico in Vicenza, Opernhaus in Kairo, Basilika in Aquileia, Asamkirche in Ingolstadt, Filarmonica in Trient, Dom in Brescia, Schola Grande in S. Rocco-Venedig usw.) und rühmt sich mit mehr als tausend Konzerten.
In diesen internationalen Kreisen weiht er neue Orgeln ein und berät beim Bau neuer Orgeln oder bei der philologischen Restaurierung historischer Instrumente. Seine Konzerte werden häufig von Rundfunk und Fernsehen übertragen.
Zu den zahlreichen Projekten, an denen er als Dirigent beteiligt war, gehören die italienische Erstaufführung von „Anthem on the peace“, – ein geistliches Werk für Solochor und Orchester von G.F. Händel – im Teatro Olimpico in Vicenza sowie die moderne Erstaufführung der überarbeiteten und neuarrangierten Pantomime „Pantalone e Colombina“ von W.A. Mozart im Opernhaus in Kairo.
Er hat zahlreiche CDs als Solist und Dirigent aufgenommen und wurde von italienischen und europäischen Fachzeitschriften mit Preisen und Auszeichnungen geehrt (Preis „Coup de coeur“ der belgischen Zeitschrift „Le magazine d’orgue“, sowie “Giudizio Eccezionale” der italienischen Zeitschrift „Musica“).