festival

Omaggio a Dietrich Buxtehude | Hommage an D. Buxtehude

SABATO 1 GIUGNO
SAMSTAG, 1. JUNI
TRENTO • TRIENT
Chiesa del Seminario Diocesano, ore 18.00
Kirche Seminario Diocesano, 18,00 Uhr

DOMENICA 2 GIUGNO
SONNTAG, 2. JUNI
BORGO VALSUGANA
Chiesa di Onea, ore 18.00
Kirche von Onea, 18,00 Uhr

COMPLESSO CORELLI
di Borgo Valsugana
Violino concertatore|Leitung, Andrea Ferroni
CANTORIA SINE NOMINE
Direttore|Leitung, Carlo Andriollo

COMPLESSO CORELLI di Borgo Valsugana
Josef Höhn: violino
Pierfrancesco Pelà, Alessandro Lanaro: viola
Gioele Gusberti: violoncello;
Francesco Maria Cataldo: violone
Nikos Betti: clavicembalo
Andrea Ferroni, Violino concertatore

CANTORIA SINE NOMINE di Castelnuovo
Direttore, Carlo Andriollo

PROGRAMMA 

DIETRICH BUXTEHUDE (1637 – 1707)
Befiehl dem Engel, BuxWV 10 (2 violini e b.c.)
Der Herr ist mit mir, BuxWV 15 (2 violini e b.c.)

ROMANUS WEICHLEIN (1652-1706)
Sonata III in la minore da “Encaenia musices
cum 5 et pluribus instrumentis”, op.1

DIETRICH BUXTEHUDE
Nimm von uns, BuxWV 78 (2 violini, 2 viole e b.c.)
Jesu meines Lebens Leben, BuxWV 62
(2 violini, 2 viole e b.c.)

In collaborazione con | In Zusammenarbeit mit

Locandina
Programma di sala

Note al programma
Come con Monteverdi in Italia, così con Buxtehude in Germania si può considerare definitivamente chiusa l’età rinascimentale per aprire la porta al trionfo del barocco. Una rivoluzione nella grammatica e nella sintassi musicale, determinata dall’affermazione della tonalità, dall’abbandono della polifonia per le strutture con il basso continuo, dallo stile concertante in cui voce e strumenti imitano gli idiomi specifici dell’una e degli altri in una sorta di continua competizione (dal latino concertare/combattere). E poi soprattutto la nuova prospettiva espressiva intesa a valorizzare le emozioni, i cosiddetti “affetti” suscitati dall’“orazione”, presente o meno che fosse un testo da musicare. Gli choc emotivi che giganteggiano nell’Italia del neonato melodramma, vengono mitigati in area nordica sub cultura protestante e indirizzati dalla destinazione liturgica ad una dimensione spirituale, ma non per questo meno efficace nella proiezione comunicativa. Ad ascoltare una cantata come Nimm von uns, inno scritto da Martin Moller nel 1584 durante una pestilenza, si comincia a comprendere perché nell’ottobre del 1705 il ventenne Johann Sebastian Bach si facesse concedere un permesso di quattro settimane (diventate poi quattro mesi) dai suoi superiori della Bonifaciuskirche di Arnstadt, presso la quale era organista, per andare a sentire Dietrich Buxtehude, facendo un viaggio a piedi di circa quattrocento chilometri per arrivare a Lubecca ed assistere alle celebri Abendmusiken nella Marienkirche. Buxtehude tratta infatti le 4 strofe del testo seguendo con maestria il significato di un testo che è un appello contro l’ira di Dio. Le palpitanti note ripetute così prevalenti nella Sonata di apertura creano un‘atmosfera inquieta dove il senso di disagio è aggravato dalla mancanza di una presentazione genuina della melodia corale. Buxtehude sceglie di abbellire subito la melodia, creando sorpresa nell’imprevedibile passaggio da una voce all‘altra. Per la seconda strofa, l‘orchestrazione è ridotta a due violini, violoncello e organo, forse in riferimento alla parte dominante del basso corale. L‘ultima riga “E nessuna persona potrebbe stare davanti a te” è presentata in un modo inquietantemente crudo. La capacità del compositore di variare la melodia corale per adattarla perfettamente al testo è straordinaria: il melisma agitato sulla parola “straf” [punire] ne è un esempio. Dopo un contrappunto così vario, sorprende la marcia schietta delle note da un quarto nel quarto verso. Il tono è ambiguo: sempre più fiduciosi o sempre più disperati? Il ritornello finale di “Amen” è brillante, e, alla fine, completamente risoluto. Analogamente nelle altre cantate, per quanto meno impegnative in durata, Buxtheude lavora sulle colorature e sui cambi di metro (Befiehl dem Engel) oppure sottolinea la gioia e la speranza del tempo d’avvento con il famoso alleluja che conclude la cantata Der Herr ist mit mir, fiorito sopra un instancabile basso ostinato. E giustamente in posizione conclusiva Jesu meines a Gesù che prosegue poi tra i chiaroscuri del mottetto per basso Ich bin die Auferstehung, sui versetti veterotestamentari del profeta Isaia, racchiude la potenza espressiva della musica di Buxtehude. Dopo un‘introduzione sobria, si dipana una potente ciaccona basata su una sequenza di otto note su due battute ripetute quarantuno volte nella linea di basso. Il potere ipnotico dell‘ostinato è esaltato dall‘armonia  estremamente ricca e dall‘infinita varietà di tessiture, sia vocalmente che strumentalmente. Alla pratica della variazione su basso ostinato, ossia con una “bassagaglia”, si conclude anche la Sonata terza di Romanus Weichlein (1652-
1706) monaco austriaco allievo di Biber a Salisburgo. La sua meravigliosa raccolta di musiche “Encænia” indulge in un‘atmosfera di rapsodica malinconia tipica delle sonorità tirolesi. FMS

Il COMPLESSO CORELLI si costituisce nel 1966 a Borgo Valsugana (TN). Inizialmente era formato da un gruppo di amici che si ritrovavano per fare insieme
della buona musica e ancora oggi questo spirito appassionato è prevalente. Fin dall’inizio gli amici del Corelli si dedicavano alla musica del 600 – 700 concentrandosi su un repertorio per un numero di esecutori in cui l’organico fosse flessibile consentendo la sostituzione fra strumenti. Dopo quasi 60 anni di attività caratterizzata da studi, ricerche, divulgazione musicale con concerti nelle chiese e nei palazzi di tutta Europa, il complesso suscita una crescente  attenzione per le sue ispirate ed originali interpretazioni. Oggi il Complesso Corelli si rinnova attingendo soprattutto alle nuove generazioni di musicisti dediti alla musica antica e attenti alla prassi esecutiva dell’epoca su strumenti storici. Il violinista Andrea Ferroni è il direttore artistico e musicale del complesso dal 1998.

Il Gruppo corale CANTORIA SINE NOMINE nasce nel 1994 a Castelnuovo (TN) su iniziativa del direttore Carlo Andriollo ed è formato da elementi provenienti da vari paesi del Trentino. Nel corso degli anni il complesso è stato ripetutamente premiato, sia con la formazione mista che con il gruppo madrigalistico, ai concorsi di Arezzo (2017 e 2019), Fermo (2018), Veszprem (2007). Il coro ha inoltre preso parte a importanti festivals, tra i quali vale ricordare, il 45° Incontro Polifonico Internazionale “Città di Fano”, il “Montreux Choir Festival”, il XV Latvian National Song and Dance Festival di Riga (Lettonia),  la 40° Rassegna Internazionale di Loreto, il 4° Internationale Fesstage geistlicher Chormusik di Rottenburg am Neckar, il festival “Palestrina e l’Europa”, organizzato  dall’omonima fondazione, il Festival Internazionale “nella Città dei Gremi” di Sassari, il Vivace Choir festival di Veszprèm (Ungheria). Ha inoltre partecipato al festival di Musica Sacra di Jurmala (Lettonia), “Trento Musicantica”, al Festival di Musica Sacra di Pordenone, alla stagione concertistica della Società del Quartetto di Vicenza, al Festival di Musica Sacra di Trento e Bolzano, al “Festival Musica ‘900”, al Festival Internazionale “Organi storici del Vicentino”, ed alle rassegne “Mondi Corali” di Trento e Ricordando Piergiorgio Righele" di Malo (VI). Il coro ha inoltre eseguito diversi lavori oratoriali (Nanie di Brahms, Salmi 114 e 98 di Mendelssohn, Requiem di Faurè, Messa in Do di Beethoven, Credo, Gloria e Beatus Vir di Vivaldi, Credo e Requiem di Lotti) ed ha collaborato con Mario Brunello nell’ambito delle stagioni concertistiche di Arte Sella, Antiruggine e ai Concerti Vesperali della Comunità Monastica di Bose. Collabora inoltre da anni con il maestro Lorenzo Donati per le attività didattiche svolte nei Conservatori di Trento e Venezia.