54 Festival 2025,  Promo

Vivaldi, Concerti per violino, violoncello e organo

GIOVEDÌ 15 MAGGIO
BOLZANO – Chiesa dei Francescani, ore 19.30
DONNERSTAG, 15. MAI
BOZEN – Franziskanerkirche, 19.30 Uhr

ORCHESTRA ACCADEMIA MONTEVERDI BOLZANO

Liuto e chitarra barocca | Laute und Barockgitarre, Fabiano Merlante
Violoncello | Cello, Giuseppe Barutti
Organo | Orgel, Anton von Walther
Direzione e violino | Leitung und Violine, Marco Bronzi

Programma | Programm

Concerto per violino, organo, archi e b.c. in do min. RV 766
Allegro-Largo-Allegro

Concerto per violino, organo, archi e b.c. in do mag. RV 808
Allegro-Largo-Allegro

Concerto per violino, organo, archi e b.c. in re min. RV 541
(Allegro)-Grave-Allegro

Concerto per 2 violini e archi in la min. (RV 522)
adattato all’organo da J.S. Bach (BVW 593)
(Allegro) – Adagio – Allegro

Concerto per violoncello, archi e basso continuo in la min. RV 419
Allegro-Andante-Allegro

Concerto per archi e basso continuo in sol-minore RV 157
Allegro-Largo-Allegro

 

Note di sala

Johann Sebastian Bach (1685-1750) e Antonio Vivaldi (1678-1741) erano quasi coetanei, ma non si sono mai incontrati. Mentre Vivaldi, durante la sua vita, ha raggiunto estrema fama in tutta l’Europa – le sue musiche venivano stampate dall’Italia fino a Parigi e soprattutto ad Amsterdam – Bach invece è diventato l’astro musicale universalmente ammirato solo dopo la sua morte. Alla morte i ruoli dei due grandi compositori si sono quindi invertiti: Vivaldi, da “star” europea, cade nell’oblio e muore, ormai “fuori moda” a Venezia, a Vienna, dove aveva sperato invano di ottenere il sostegno del suo vecchio mecenate imperatore Carlo V. L’imperatore muore dieci mesi prima del “prete rosso”, poco dopo l’arrivo dello stesso a Vienna. La fama di Bach, invece, si espande con velocità infrenabile: già nel 1783 un recensente del “Magazin der Musik” di Kiel si complimenta con il giovanissimo Beethoven – che avrebbe fatto molto bene a studiare le opere di Bach, in particolare il “Clavicembalo ben temperato” … secondo il critico il “non plus ultra” della musica.

Che Bach apprezzasse molto Vivaldi si rispecchia nella trascrizione di numerosi concerti vivaldiani per clavicembalo o per organo. Il giovane principe Johann Ernst di Weimar, città in cui Bach era presente nel 1703 e poi definitivamente dal 1708 al 1717, aveva conosciuto le opere di Vivaldi durante il suo soggiorno universitario ad Utrecht in Olanda tra il 1711 ed il 1713, sentendole eseguite dall’allora organista più famoso di Amsterdam, Jan Jacob de Graaf, che era solito trascrivere concerti “all’italiana” per organo. Completati gli studi, il principe tornò a Weimar nel 1713 portando con sé numerosi spartiti orchestrali di musica italiana. Fra di essi erano «L’estro armonico», i «Concerti a Cinque Stromenti Op. 7» e «La stravaganza», opere conosciute da Bach. Il duca di Weimar commissiona quindi adattamenti analoghi a quelli sentiti ad Amsterdam all’organista di corte Johann Sebastian Bach – e al cugino dello stesso, Johann Gottfried Walther, anch’esso al servizio a Weimar. Di Bach sono note sedici trascrizioni manualiter (BWV 972-987) e sei trascrizioni pedaliter (BWV 592-597) di concerti di Vivaldi, di Alessandro Marcello, Benedetto Marcello, Torelli, dello stesso duca Giovanni Ernesto e di Georg Philipp Telemann. Dei 78 adattamenti di Johann Gottfried Walther sono sopravvissuti solo 14.

Molto prima della riscoperta di Vivaldi nel ‘900, grazie ai due studiosi Torinesi Alberto Gentili e Luigi Torri che hanno salvato la più importante collezione di manoscritti del maestro veneziano sino allora conosciuta (e non certo per merito di Ezra Pound, come una leggenda dallo stesso alimentata invece suggerisce) erano gli organisti a continuare ad onorare Vivaldi, grazie alle trascrizioni di Bach.

Meno noto è che Vivaldi ha composto una serie di concerti per violino e organo obbligato, di cui oggi verranno presentati tre (RV 766, 808 e 541). Seguirà la trascrizione per organo solo del concerto RV 522 predisposta da Bach a Weimar (BWV 593), per finire con opere di Vivaldi, il concerto per violoncello obbligato RV 419 ed il concerto per archi RV 157. Si tratta di splendide musiche, storicamente collocabili negli anni 1720, quindi già in un periodo “maturo” del compositore veneziano. Con il loro senso drammatico, ma anche con la loro poesia e malinconia soprattutto nei movimenti lenti, questa musica riflette una Venezia settecentesca splendida, ma ormai in declino. I concerti per organo obbligato sono le prime opere in cui lo strumento a tastiera, da mero elemento del basso continuo, diventa protagonista. Vivaldi contribuisce così a preparare l’epopea di questa tipologia di concerti, che – con i concerti per fortepiano di Haydn, Mozart e Beethoven – nei decenni a venire conquisterà definitivamente i palchi delle sale da concerto.

Non si sa chi fosse l’organista per il quale Vivaldi ha scritto i concerti per violino e organo obbligato. Secondo il musicologo Federico Maria Sardelli, incaricato nel 2007 da Peter Ryom di continuare l’opera di catalogazione della musica di Vivaldi, potrebbe essere stata una donna: una allieva del Pio Ospedale della Pietà, l’orfanotrofio e – appunto – “conservatorio” dove Vivaldi era attivo dal 1703 al 1740. Di tale organista – certamente virtuosa – si conosce solo il nome: Lucietta. 

Johann Sebastian Bach (1685–1750) und Antonio Vivaldi (1678–1741) waren beinahe Zeitgenossen, sind sich jedoch nie begegnet. Während Vivaldi zu Lebzeiten in ganz Europa eine Berühmtheit war – seine Werke wurden nicht nur in Italien, sondern auch in Paris und in Amsterdam gedruckt – war Bach als bedeutender Lehrer und Musiker in einem eher begrenzteren Gebiet, in Mitteldeutschland (Thüringen, Sachsen, Sachsen-Anhalt, Brandenburg) bekannt. Erst nach seinem Tod wurde Bach zum allseits bewunderten und unumstrittenen größten Komponisten des Barocks oder vielleicht sogar aller Zeiten.

Nach ihrem Tod tauschten sich also die Rollen der beiden Komponisten: Vivaldi, einst europäischer Star, geriet bald in Vergessenheit und starb, aus der Mode gekommen und in ärmlichen Verhältnissen, 1741 in Wien – wo er vergeblich auf die Unterstützung seines alten Mäzens, des Kaisers Karl VI. gehofft hatte: der Kaiser starb zehn Monate vor Vivaldi, kurz nach Vivaldis Ankunft in Wien. Bachs Ruf verbreitete sich nach seinem Tod hingegen rasant: bereits 1783 bemerkte ein Rezensent des „Magazins der Musik“ (Kiel), dass der junge Beethoven gut daran getan habe sich intensiv mit Bachs Werken, insbesondere mit den Präludien und Fugen des „wohltemperirten Claviers“ zu beschäftigen: „Welche man fast das non plus ultra nennen könnte“.

Dass Bach Vivaldi sehr schätzte, zeigt sich in der Übertragung und Bearbeitung zahlreicher Orchesterkonzerte für Cembalo oder Orgel. Der junge Prinz Johann Ernst von Sachsen-Weimar (Bach war 1703 und dann dauerhaft von 1708 bis 1717 in Weimar)  hatte Vivaldis Werke während seines Studiums in Utrecht (1711–1713) kennengelernt, häufig in Bearbeitungen für Orgel solo durch den Amsterdamer Organisten Jan Jacob de Graaf. Nach seiner Rückkehr 1713 brachte er zahlreiche italienische Orchesterpartituren mit, darunter Vivaldis „L’estro armonico“, die „Concerti a Cinque Stromenti Op. 7“ und „La stravaganza“. Er beauftragte seinen Hofmusiker Bach sowie dessen Cousin Johann Gottfried Walther mit Bearbeitungen nach dem Vorbild de Graafs. Von Bach kennen wir 16 manualiter-Bearbeitungen (BWV 972–987) und 6 pedaliter-Bearbeitungen (BWV 592–597) von Konzerten Vivaldis, Alessandro Marcellos und Benedetto Marcellos, sowie von Torelli, dem Herzog von Sachsen-Weimar selbst, oder von Telemann.

Lange vor der Wiederentdeckung Vivaldis im 20. Jahrhundert – ein Verdienst der Turiner Forscher Alberto Gentili und Luigi Torri, die die bedeutendste Sammlung von Vivaldi-Manuskripten wiederentdeckten (und nicht etwa Ezra Pounds, wie dieser gerne selbst kolportierte) – hielten vor allem die Organisten Vivaldis Musik – aufgrund der Bearbeitungen Bachs und anderer Komponisten – lebendig.

Weniger bekannt – selbst unter Organisten – ist die Tatsache, dass Vivaldi selbst eine Reihe von Konzerten für Streicher, Solovioline und obligate Orgel komponiert hat, von denen drei heute Abend aufgeführt werden (RV 766, RV 808 und RV 541). Gegenübergestellt wird Bach Bearbeitung des Vivaldi-Konzerts RV 522 für Orgel solo (BWV 593), das Konzert für obligates Violoncello und Orchester RV 419 sowie das Streicherkonzert RV 157. Mit ihrem Sinn für Dramatik, aber auch mit ihrer Melancholie und Poesie machen sie verständlich, wie Vivaldi zu einem der großen „Influencer“ der Musikgeschichte werden konnte und eigentlich der „Erfinder“ des Solokonzerts für Tasteninstrument und Orchester war, ein Genre das – wenige Jahrzehnte später – mit den Klavierkonzerten Haydns, Mozarts und Beethovens, definitiv die Konzertsäle erobern sollte.

Wer der Organist war, für den Vivaldi diese Werke geschrieben hat ist unbekannt. Laut dem Musikwissenschaftler Federico Maria Sardelli, der 2007 von Peter Ryom zu seinem Nachfolger für die Leitung des Vivaldi-Werkverzeichnisses bestimmt wurde („RV“ steht für „Ryom-Verzeichnis“) könnte es sich vielleicht sogar um eine Organistin gehandelt haben – eine Schülerin des Ospedale della Pietà, des Waisenhauses und Konservatoriums in dem Vivaldi von 1703 bis 1740 wirkte. Von der in Frage kommenden offenbar recht virtuosen Musikerin ist nur der Vorname bekannt: Lucietta.

Anton von Walther

MARCO BRONZI

È uno dei violinisti più noti della sua generazione. Dopo essersi diplomato col massimo dei voti all’età di 18 anni al Conservatorio di Parma, e aver proseguito gli studi alla Rubin Academy di Tev Aviv si è dedicato, da un lato ad una intensa attività concertistica in qualità di Spalla d’orchestra, e dall’altro alla musica da camera come membro di numerosi ensemble; è membro dei Solisti Veneti scelto dal M° Claudio Scimone fin dal 2012, è uno dei fondatori della rassegna “Salotti Musicali Parmensi”e di “Orchestra da Camera di Parma” di cui è il solista-concertatore. Si è poi parallelamente dedicato all’insegnamento in qualità di docente di ruolo al Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Bolzano ed i suoi allievi hanno conseguito importanti riconoscimenti (fra i quali vittorie di concorsi internazionali della Federazione di Ginevra e numerose idoneità in audizioni e concorsi d’orchestra). È membro del network internazionale “Friends of Stradivari” avendo l’onore di poter utilizzare preziosi strumenti della collezione del Museo del Violino di Cremona. Membro del comitato artistico della Fondazione Mahler-Busoni di Bolzano; dal 2023 è Direttore del Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Bolzano.

MARCO BRONZI

zählt zu den bekanntesten Geigern seiner Generation. Nach dem Abschluss mit Höchstnote am Konservatorium von Parma im Alter von 18 Jahren setzte er sein Studium an der Rubin Academy in Tel Aviv fort. Er widmet sich sowohl einer intensiven Konzerttätigkeit als Konzertmeister als auch der Kammermusik als Mitglied zahlreicher Ensembles. Seit 2012 ist er Mitglied der „Solisti Veneti“ unter Claudio Scimone. Er ist Mitbegründer der Konzertreihe „Salotti Musicali Parmensi“ und der „Orchestra da Camera di Parma“, bei der er als Solist und Dirigent tätig ist. Parallel unterrichtet er als Professor am Konservatorium „Claudio Monteverdi“ in Bozen, wo seine Schüler bedeutende internationale Auszeichnungen errangen. Er ist Mitglied des Netzwerks „Friends of Stradivari“ und spielt auf wertvollen Instrumenten aus dem Museum „Museo del Violino“ in Cremona. Zudem ist er Mitglied des künstlerischen Beirats der Mahler-Busoni-Stiftung Bozen und seit 2023 Direktor des Konservatoriums „Claudio Monteverdi“ in Bozen.

ANTON VON WALTHER

Nato a Bolzano, ha studiato organo e pianoforte al Conservatorio di Innsbruck con i prof. Reinhard Jaud e Claude France Journès, e si è diplomato in organo (indirizzo concertistico) nel 1990 ed in pianoforte (indirizzo didattico) nel 1993 con pieni voti. Ha frequentato corsi di perfezionamento per accompagnamento pianistico (“Lied”) con i prof. Erik Werba e Norman Shetler e ha tenuto concerti sia come organista che come pianista accompagnatore. Dal 1995 è organista del Convento dei Francescani di Bolzano, dove ha il privilegio di suonare un grande organo dell’organaro tirolese Johann Pirchner di Steinach am Brenner del 1995 (44 registri) ed un piccolo organo dell’organaro olandese Reil (12 registri). Si è laureato in legge a Firenze ed esercita come avvocato a Bolzano.

ANTON VON WALTHER

studierte er Orgel und Klavier am Konservatorium Innsbruck bei Reinhard Jaud und Claude France Journès. Er schloss das Orgelstudium (Konzertfach) 1990 und das Klavierstudium (Lehrfach) 1993 jeweils mit Auszeichnung ab. Er besuchte Meisterkurse für Liedbegleitung bei Erik Werba und Norman Shetler und konzertierte als Organist sowie als Kammermusikpianist. Seit 1995 ist er Organist des Franziskanerklosters Bozen, wo er an einer großen Orgel des Tiroler Orgelbauers Johann Pirchner aus Steinach am Brenner (44 Register) und einer kleinen Orgel des niederländischen Orgelbauers Reil (12 Register) wirken darf. Zudem hat er ein Jurastudium in Florenz abgeschlossen und ist als Rechtsanwalt in Bozen tätig.

FABIANO MERLANTE

Diplomato in chitarra con il massimo dei voti al Conservatorio “Buzzolla” di Adria sotto la guida di Michelangelo Severi, ha successivamente conseguito i diplomi accademici di II livello in chitarra e in musica da camera, oltre che in liuto con Tiziano Bagnati, sempre con il massimo dei voti e la lode. Vincitore di numerosi Concorsi Internazionali, ha frequentato corsi di perfezionamento con prestigiosi maestri. Ha inciso per numerose case discografiche e registrato per varie emittenti radiofoniche europee. Si è esibito, in tutta Europa, e in altri paesi, sia come solista, che in gruppi da camera. Collabora come continuista con ensemble specializzati in musica antica (Accademia Bizantina, Accademia Hermans, Alraune, I Musicali Affetti) e con prestigiosi direttori. È titolare di chitarra al Conservatorio “Steffani” di Castelfranco Veneto.

FABIANO MERLANTE

schloss sein Gitarrenstudium mit Höchstnote am Konservatorium „Buzzolla“ in Adria bei Michelangelo Severi ab und erwarb weitere Diplome in Gitarre, Kammermusik und Laute (bei Tiziano Bagnati), jeweils mit Auszeichnung. Er ist Gewinner zahlreicher internationaler Wettbewerbe und besuchte Meisterkurse bei renommierten Lehrern. Merlante hat für viele Labels aufgenommen und für verschiedene europäische Rundfunksender eingespielt. Er konzertiert in ganz Europa und darüber hinaus – als Solist wie auch in Ensembles. Er arbeitet regelmäßig mit Alte-Musik-Ensembles wie Accademia Bizantina, Accademia Hermans, Alraune, I Musicali Affetti sowie bedeutenden Dirigenten zusammen. Er unterrichtet Gitarre am Konservatorium „Steffani“ in Castelfranco Veneto.

GIUSEPPE BARUTTI

Violoncellista veneziano tra i più talentuosi e raffinati interpreti italiani, si è diplomato con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia sotto la guida del M° Adriano Vendramelli. Ha svolto un’intensa attività cameristica a fianco di musicisti quali Salvatore Accardo, Bruno Giuranna, Dejan Bogdanovich, Kostantin Bogino, Pavel Vernikov, Bruno Canino, Roni Rogoff, Alain Meunier e Rocco Filippini, suonando nei festival più prestigiosi del mondo. Ha ricoperto inoltre il ruolo di Primo Violoncello nell’Orchestra Filarmonica della Scala di Milano e, a soli ventuno anni, nell’Orchestra del Gran Teatro la Fenice di Venezia.

Dal 2001 è Primo Violoncello dell’orchestra da camera “I Solisti Veneti”, considerata dalla critica internazionale fra i più rappresentativi complessi musicali italiani, vero e proprio punto di riferimento mondiale per la musica barocca di scuola tipicamente veneziana ed europea.

GIUSEPPE BARUTTI

wird für sein vielseitiges und feinfühliges Musizieren gelobt. Er schloss sein Studium mit Höchstnote und Auszeichnung am „Benedetto Marcello“ – Konservatorium in Venedig bei Adriano Vendramelli ab. Als Kammermusiker trat er mit Musikern wie Salvatore Accardo, Bruno Giuranna, Dejan Bogdanovich, Konstantin Bogino, Pavel Vernikov, Bruno Canino, Roni Rogoff, Alain Meunier und Rocco Filippini bei renommierten Festivals weltweit auf. Er war Erster Cellist im Orchester der Mailänder Scala und bereits mit 21 Jahren im Orchester des Teatro La Fenice in Venedig. Seit 2001 ist er Erster Cellist des Kammerorchesters „I Solisti Veneti“, einem international anerkannten Spitzenensemble für barocke Musik venezianischer und europäischer Prägung.

L’ACCADEMIA Monteverdi è composta dai docenti e alcuni dei migliori allievi selezionati dai corsi accademici del Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Bolzano. La collaborazione fattiva fra docenti ed allievi nell’ambito non didattico ma di produzione concertistica è improntato al modello delle “botteghe d’arte” dell’Italia rinascimentale nelle quali l’insegnamento coincideva con l’attività di produzione d’arte. Il complesso ha già collaborato, oltre che con i solisti del Festival, anche con nomi di fama mondiale quali il violinista Lukas Hagen o il violoncellista Enrico Bronzi. Die MONTEVERDI AKADEMIE besteht aus den Dozenten und einigen der besten Studenten, die aus den akademischen Kursen des Konservatoriums „Claudio Monteverdi“ in Bozen ausgewählt wurden. Die aktive Zusammenarbeit zwischen Lehrenden und Studierenden im nicht-lehrenden, konzertierenden Bereich orientiert sich an den „Kunstwerkstätten“ der italienischen Renaissance, in denen der Unterricht mit der künstlerischen Produktion zusammenfiel. Neben den Solisten des Festivals hat das Ensemble bereits mit weltberühmten Namen wie dem Geiger Lukas Hagen oder dem Cellisten Enrico Bronzi zusammengearbeitet.