festival

AllaBreve

VENERDÌ 3 MAGGIO
FREITAG, 3. MAI
TRENTO • TRIENT
Sala Filarmonica, ore 20.30
Sala Filarmonica, 20,30 Uhr
SABATO 4 MAGGIO
SAMSTAG, 4. MAI
BRESSANONE • BRIXEN
Duomo, ore 18.00
Dom, 18,00 Uhr

ENSEMBLE VOCALE ALLA BREVE

Duo pianistico | Klavierduo: Andreas Benedikter, Stefan Huber
Direttore | Leitung: Nataliya Lukina

Frank Martin (1890 – 1974)
Messa per due cori a quattro voci a cappella
– Kyrie
– Gloria
– Credo
– Sanctus
– Agnus Dei

Arnold Schönberg (1874 – 1951)
“Friede auf Erden / Pace sulla terra”

Igor Stravinskij (1882 – 1971)
Sinfonia di Salmi (1930) (Versione di Dmitri Šostakovič per pianoforte a quattro mani e coro)
Exaudi orationem meam, Domine Sal 39[38],13–14
Expectans expectavi Dominum Sal 40[39],2–4
Alleluia. Laudate Dominum Sal 150

In collaborazione con | In Zusammenarbeit mit

 

 

Locandina
Programma di sala

Ensemble AllaBreve
Nel 1997 studenti/studentesse di musica dell’Alto Adige, del Tirolo del Nord e del Vorarlberg fondarono l’ensemble vocale AllaBreve. L’ensemble si è fatto conoscere in patria e all’estero in numerosi progetti; è stato ospite di manifestazioni come il Festival di Musica Sacra, Musik und Kirche Bressanone, Festival Settimane Musicali Meranesi, Musica viva Venosta, Badia musica, Sterzinger Osterfestspiele, Culturnacht 5, 7 Bolzano, Estate musicale pusterese, Associazione culturale Das Fenster Brunico, horizonte-Landecker Festwochen, Pauls Sakral, Forum Musik Caldaro, Dommusik Bolzano e Musikkultur Taufers. AllaBreve ha collaborato con successo con l’orchestra Innstrumenti del Tirolo del Nord, con l’orchestra barocca SonnAier e con l’Ensemble Cordia. Il repertorio dell’ensemble vocale comprende composizioni a cappella e opere per coro e orchestra del XX e XXI secolo, del primo barocco, del barocco e del periodo romantico. Nel corso degli anni, Waltraud Pörnbacher, Wolfgang Sieberer (A), Othmar Trenner, Franz Comploi, Rupert Huber (A), Thomas Kranebitter (A) e Davide Lorenzato hanno affiancato AllaBreve nella ricerca di molteplici soluzioni sonore e di un senso musicale profondo. Dal 2019 la direzione artistica dell’ensemble è nelle mani di Nataliya Lukina.

Andreas Benedikter
Andreas Benedikter, nato a Bressanone nel 1981, ha ricevuto la sua prima formazione musicale presso la scuola di musica di Bressanone. Ha proseguito gli studi musicali frequentando i corsi di flauto dolce, pianoforte e musica da camera del conservatorio „C. Monteverdi“ di Bolzano. Dopodiché ha iniziato un’intensa attività di insegnante e pianista accompagnatore all’Istituto musicale della provincia di Bolzano. Nel 2009 si è trasferito a Innsbruck e continuava a insegnare pianoforte presso la ditta PianoArt. Dal 2015 in poi insegnava in diverse scuole di musica dell’Alto Adige e anche licei con indirizzo musicale. Attualmente è anche incaricato come organista presso la parrocchia di Auna di Sotto.
Stefan Huber
Stefan Huber ha ricevuto le prime lezioni di pianoforte dal padre. In seguito ha frequentato la scuola di musica di Bressanone. Dopo la maturità, ha studiato pianoforte con Maria Cristina Mohovich al Conservatorio „Claudio Monteverdi“ di Bolzano, dove si è diplomato. Lavora presso le scuole di musica di Brunico e Bressanone come insegnante di pianoforte e accompagnatore.

Nataliya Lukina
Nataliya Lukina ha avviato la sua formazione e carriera musicale al Conservatorio e all’Accademia delle Arti di Kharkov in Ucraina. Già durante gli studi ha diretto il coro da camera della Filarmonica di Kharkov e nel 2001 è stata premiata al concorso di direzione corale di Kiev, in Ucraina. Dal 2006 al 2011 ha conseguito un Bachelor e un Master in direzione corale e orchestrale presso l’Università della Musica e delle Arti di Graz. Ha svolto attività concertistica come direttrice di vari cori e orchestre in Ucraina, Russia, Germania, Ungheria, Irlanda, Francia, Taiwan, Cina e Austria.
Dal 2005 al 2013, Lukina è stata direttrice artistica dell’orchestra da camera Diletto Grazioso di Graz. Dal 2008 ha affiancato Martin Steidler come assistente presso l’Audi Youth Choir Academy (Germania). Nel 2011 e 2012 è stata assistente artistica del coro giovanile regionale della Stiria Cantanima. Lavora anche come docente di direzione corale, formazione vocale e direzione d’orchestra in numerosi corsi e seminari internazionali. Dal 2019 è direttrice artistica dell’ensemble vocale AllaBreve.

 

 

Note la programma

Frank Martin: Messa per due cori a quattro voci a cappella
Con la „Messe pour double choeur“ di Frank Martin, ci ritroviamo di fronte a un’opera eccezionale della musica corale a cappella del XX secolo. Eccezionale sia per la sua qualità musicale sia per le richieste che pone agli esecutori: molteplici divisioni vocali che si estendono per quasi cinque ottave, dal basso al soprano alto; un’ampia gamma dinamica, unita a frequenti cambi di metro e a un’armonia che cerca la sua strada tra passaggi dissonanti e tonalità tradizionali
(Elisabeth Graf)
Frank Martin, figlio di un pastore, nacque nel 1890 vicino a Ginevra e iniziò a comporre la sua Messa nel 1922 completandola quattro anni dopo con l’“Agnus Dei“. Tuttavia non aveva in mente né un suo uso liturgico (la durata complessiva di circa 27 minuti la renderebbe quanto mai adatta a questo scopo), né una qualsiasi altra esecuzione, perché concepiva la sua Messa come „une affaire entre Dieu et moi“, un affare tra Dio e se stesso, un compositore che sebbene fosse radicato nella tradizione calvinista scelse tuttavia la messa latina, cioè „cattolica“, come forma di espressione della sua fede personale. Il timore di Martin di essere giudicato sulla base di considerazioni puramente estetiche fece sì che questa magnifica composizione rimanesse nel cassetto per quasi quarant’anni prima di essere eseguita in prima assoluta nel 1963 da un coro di Amburgo. Due anni prima della morte di Martin, nel 1974, l’opera fu finalmente pubblicata e poté così dare inizio alla sua marcia trionfale nel repertorio dei cori più ambiziosi.

Arnold Schönberg: “Friede auf Erden / Pace sulla terra” per coro misto a cappella op. 13
Poesia di C. F. Meyer
L’opera corale a cappella „Friede auf Erden“ op. 13 fu composta nel 1907 in una fase interessante dello sviluppo creativo di Schönberg, nel punto di passaggio da un tipo di composizione tardo-romantica in parte monumentale ad una atonale breve e astratta. La composizione a otto voci per coro a cappella di Schönberg non esce però, come sostiene giustamente Clytus Gottwald, „dai confini della tonalità“: sette anni prima dell’inizio della Prima guerra mondiale, Schönberg vuole mostrare, come fosse per l’ultima volta, quello che è ancora possibile concepire nell’ambito dell’armonia musicale tradizionale.
Schönberg utilizza la poesia pacifista di ispirazione religiosa „Pace in terra“ (1886) del poeta svizzero Conrad Ferdinand Meyer. In questa poesia in quattro strofe, il poeta si rifà all’antica e diffusa concezione della storia umana suddivisa in tre fasi, come quella prefigurata in Genesi 2 e 3: una condizione paradisiaca di pace eterna, la cacciata e la conseguente situazione attuale del mondo senza speranza di salvezza, la restaurazione del regno di Dio.
La prima strofa si riallaccia, in un semplice tono narrativo, al racconto del Natale così come riportato in Luca 2 e nell’immagine della „madre con il bambino“ simboleggia l’armonia tra il terreno („la porta bassa“) e il celeste-cosmico („lo spazio stellato“), un’immagine di pace totalizzante così come viene prefigurata nella promessa „celeste“.
La seconda strofa raffigura invece l’attuale stato di non-pace del mondo, in cui le „lotte“ causano „sanguinosi delitti“ e la voce della pace diventa il „coro degli spiriti che accusano sottovoce“, il quale, secondo il duplice significato del verbo “verklagen”, deplora lo stato di non-pace e nello stesso tempo esige la pace promessa nella „notte santa“.
Infine la quarta strofa esprime la speranza di un prossimo adempimento della promessa di pace. La „spada fiammeggiante“, che nel mito della cacciata dal paradiso (Genesi 3) impediva all’uomo di farvi ritorno, diventa qui garante della pace sulla terra, e la speranza di conseguirla si trasforma in una raggiante certezza.
Schönberg musicò il poema nel 1907 in una maniera sorprendentemente coerente con il testo, variando inoltre in molteplici forme l’appello di pace che, come un ritornello, svolge una funzione strutturale. La conclusione innodica nello stile di un mottetto contrappuntistico in parte fittamente elaborato, risuona come un’ultima apparizione di un ancora ininterrotto accento positivo della storia musicale occidentale.

Igor Stravinskij: Sinfonia di Salmi
La Sinfonia di Salmi composta da Igor Stravinskij nel 1930 e rivista nel 1948, è, dal punto di vista esecutivo, una delle opere musicali sacre più importanti del XX secolo. Allo stesso tempo rifugge da ogni classificazione classica dei generi. L’opera, in tre movimenti , è scritta per coro e orchestra senza violini e viole, ma con una più ampia sezione di percussioni e fiati. Anche il movimento finale è insolito: ai tre minuti del movimento di apertura si contrappongono i dieci minuti del terzo movimento. Lo stesso Stravinskij ha sottolineato di non aver voluto trarre una sinfonia da alcuni salmi, ma piuttosto di aver composto dei salmi in una maniera quasi sinfonica – forse anche per evitare di essere necessariamente condizionato dalla grande tradizione sinfonica.
Basandosi sui Salmi 38, 39 e 150 dell’Antico Testamento, Stravinskij ha creato un’opera ricca di contrasti, i cui schemi ritmici, tipici del suo stile musicale, si combinano con linee vocali di ampia estensione per creare possenti motivi che irradiano con tangibile evidenza la luminosa vicinanza del paradiso. Mentre il primo movimento è caratterizzato da meditative enunciazioni di articoli di fede, il secondo movimento elabora i versetti biblici in un modo contrappuntistico tale che il musicologo Wolfram Goertz ha affermato che Stravinskij „ha frantumato i testi dei salmi come se li avesse trovati in una cava“. Il movimento indaga e cerca risposte alle domande dei credenti: procedendo a tastoni, soffrendo in silenzio, quasi dubitando, la comunità dei fedeli è finalmente ascoltata da Dio quando si rivolge a loro. Dopo un’emozionante progressione, il movimento finale conduce a un canto di lode al Signore, calmo e simile a un inno, che proclama sia l’adorazione silenziosa interiore che la magnificenza della lode esteriore a Dio. L’ascoltatore rimane affascinato, quasi elevato – una degna conclusione nel segno della fede.
Nel 1962, dopo molte esitazioni, Igor Stravinskij decise di accettare l’invito ufficiale del compositore Tikhon Khrennikov in Unione Sovietica. „Sono sicuro che per lui, da quando lo frequento da molti anni a questa parte, il fatto di essere stato riconosciuto e acclamato qui in Russia come russo e che la sua musica sia stata eseguita qui, ha avuto importanza più di ogni altra cosa“, sottolinea Robert Craft, anch’egli presente durante le tre settimane di soggiorno in Russia. Stravinskij era costantemente circondato da compositori. Solo uno sembrava evitarlo: Dmitri Šostakovič.
Alla fine i due si incontrarono, dapprima brevemente durante un ricevimento, e poi nel banchetto di addio all’Hotel Metropol di Mosca. „ Šostakovič, questa volta seduto accanto a Igor Stravinskij, sembrava ancora più ansioso e agitato di quando si erano incontrati la prima volta“, racconta Craft. „All’inizio chiacchierò del più e del meno, finché non sbottò come uno scolaretto timido affermando di essere stato sopraffatto dalla Sinfonia di Salmi fin dal suo primo ascolto e di averne fatta una riduzione per pianoforte di suo pugno che volentieri avrebbe ora voluto donare a Igor Stravinskij.