Per coro maschile e strumenti a fiato
CORO S. LUCIA DI MAGRAS (Fausto Ceschi, direttore)
BERERA WINDS ENSEMBLE
Roberto Gander, Martino Olivieri: clarinetti
Marco Girardi, Martina Gaddo: fagotti
Martino Bortolotti, Massimo Simoncelli: corni
Desireè Calzavara: violoncello
Tiziano Rossi: organo
Stefano Chicco, direttore
Programma/Programm
FRANZ HAMMA (1835-1915)
Rex Regum
RICCARDO ZANDONAI (1883-1944)
Te Deum per voci maschili e organo
FRANCESCO ANTONIO BERERA (1737-1813)
Messa n. 19 per Coro maschile e strumenti a fiato (1809)
In collaborazione con/In Zusammenarbeit mit
Note al programma
Assieme alle truppe rivoluzionarie che per ben tre volte assediarono Trento, prendendo chiassosamente possesso delle piazze con tanto di «esquisita musica» altre furono le ‘invenzioni’ culturali che il fine secolo portò con sé nella terra del Concilio e che segnarono il definitivo e sofferto passaggio nell’Ottocento; ‘invenzioni’ peraltro favorite da un retroterra musicale forte di una tradizione collaudata, sia sul piano sacro e rituale – la Cappella musicale del Duomo – sia nell’ambito familiare e nobiliare. Gli avvenimenti degli ultimi decenni del XVIII secolo mettevano a dura prova questi due ambienti: da una parte la Chiesa trentina stava andando incontro a una crisi globale in tutti i suoi gradi e ordini (che nel 1803 portò alla secolarizzazione del Principato Vescovile), dall’altra i venti della Rivoluzione che proprio in questi anni soffiavano con violenza sempre maggiore anche in terra trentina svelavano un sistema di governo di stampo feudale che faticava ormai
a trovare una propria giustificazione, nonché una generale antipatia per le famiglie nobiliari. Anche a Trento si avvertiva così l’esigenza di nuovi ordinamenti per le istituzioni culturali, nuovi spazi di fruizione musicale, nuovi modi del trasmettere la musica: la rivoluzione portata a Trento dall’Accademia Filarmonica (1795) e dalla Banda della guardia Civica (1801) ebbe luogo nel segno
della continuità, di un naturale affiancamento delle istituzioni tradizionali, ma sovvertì per sempre il sistema culturale, didattico e musicale della città. È in questo contesto che si inserisce l’operato del compositore trentino Francesco Antonio Berera (1737-1813) maestro di Cappella nel Duomo di Trento dal 1791 fino alla sua morte: dal suo variegato catalogo emerge la Messa n. 19 ultima composizione datata del maestro, che venne realizzata per ricollocare il Santissimo Sacramento nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dopo i lavori di restauro. Si tratta di una Messa per tre voci maschili accompagnate dagli strumenti a fiato oppure da un’orchestra d’archi, a seconda delle occasioni, del luogo di celebrazione e dei musicisti disponibili. In tempi in cui le risorse economiche del Capitolo della Cattedrale andavano scarseggiando, il maestro di famiglia solandra seppe mettere in compartecipazione realtà tradizionali esistenti (la Cappella musicale)
e le nuove istituzioni che andavano nascendo a Trento sulla svolta di secolo – Accademia Filarmonica e Banda civica – scongiurando così lo scioglimento della cantoria musicale. Anche il Te deum per voci maschili ed organo di Riccardo Zandonai omaggia la pratica di musica liturgica vigente in età preconciliare con l’affidamento della scrittura a più voci al coro di soli uomini con il sostegno
dell’organo. La composizione risulta ispirata quindi ad una sostanziale semplicità di conduzione con ampi tratti omoritmici e polifonie lineari, dove la restituzione del significato del testo si deve soprattutto agli scarti dinamici con strategie di sicuro effetto: dal passaggio tra i delicati tenorili serafini all’acclamazione del Sanctus, del Pater immensae maiestatis o del Miserere. L’organo punteggia con discrezione ed eleganza. In apertura di programma il brano di Franz Hamma che rientra in quelle riletture del repertorio polifonico sacro di provenienza rinascimentale romana, caldeggiato a partire dalla metà del XIX secolo dal movimento ceciliano. Cecilia Delama
SANDRO MIORI, tenore primo, laureato in canto nel 2008 al Conservatorio di Trento, alterna l’attività corale – in particolare con l’Ensemble Continuum, diretto da L. Azzolini – a performances solistiche. In quest’ultima veste esegue soprattutto repertorio sacro (in particolare barocco e contemporaneo), non di rado interpretando lavori inediti. Nel 2013 partecipa all’esecuzione e all’incisione in prima assoluta di composizioni inedite giovanili di F. Busoni per la rivista “Amadeus”. Si è dedicato inoltre al repertorio cameristico profano, ma ciò che più gli sta a cuore è riportare il canto liturgico cristiano – in particolare la melodia gregoriana – ad originem fontis, là dove scaturisce il kerygma: la liturgia pasquale. Un impegno concretizzatosi – oltre che nell’animazione della preghiera – anche in esecuzioni dal vivo e incisioni, in collaborazione con la Diocesi di Trento, affinché la musica torni ad essere strumento dello Spirito per ricondurre
gli uomini al Padre. Forse non è un caso quindi se nell’oratorio “Vigilio” di don Marco Deflorian – eseguito in prima assoluta nel 2014 – interpreta proprio la parte del pastore che con entusiasmo annuncia il Vangelo a una terra succube delle divinità pagane.
LODOVICO RAVELLI nasce a Cles (TN) il 17 agosto 1996, e cresce a Malè dove in adolescenza scopre l’amore per la musica avvicinandosi al pianoforte. A sedici anni inizia lo studio dell’organo, che lo porterà ad iscriversi al Conservatorio F.A. Bonporti” di Trento nel 2018, ed alla stessa età lo studio dello strumento lo spinge a partecipare all’attività del coro parrocchiale del paese sia come corista che come organista accompagnatore, evento da cui nasce subito la passione per il canto e per la musica corale. All’età di diciassette anni inizia privatamente a studiare canto e affianca il suo
maestro, Lorenzo Muzzi, nei concerti che proponeva nella Val di Sole. Ha partecipato ad alcuni progetti con il coro “In dulci jubilo” come corista per eseguire il Magnificat, il Lauda Sion e i Drei geistliche Lieder di Felix Mendelssohn, e con il “Coro Filarmonico Trentino” che lo ha richiesto come corista ai concerti di riapertura attività post COVID e come solista per eseguire la Via Crucis di Franz Liszt a Trento, Bolzano e Bressanone.
Il CORO SANTA LUCIA DI MAGRAS è un coro polifonico maschile nato nel 1990 a Magras, piccola frazione del Comune di Malé (TN). Il repertorio del coro è costituito quasi esclusivamente a musiche ceciliane, brani polifonici in lingua latina per voci virili, spesso accompagnati dall’organo, che abbracciano l’intero anno liturgico. Il coro ha al suo attivo numerose esibizioni concertistiche in Italia (Ravenna, Trento, Milano, Venezia, Capri, Roma, Camerino, Poggio Rusco etc.) e all’estero (Šumperk in Repubblica Ceca, Bruxelles, Ratisbona, Timișoara in Romania, Varsavia), collaborando con vari ensemble e musicisti, tra i quali si citano gli organisti Simone Vebber, Tiziano Rossi e Mauro Brusaferri. Nel 2003 ha pubblicato l’audiolibro dal titolo Le voci sacre del Cecilianesimo, mentre nel 2014 il cd Nelle chiese del Cecilianesimo. Nel settembre del 2010, per i vent’anni di attività, il coro ha organizzato l’importante convegno di studi Fra Ratisbona
e Roma: il Cecilianesimo nelle valli alpine i cui atti sono stati pubblicati nell’omonimo volume curato da Antonio Carlini e edito dalla casa editrice Edizioni 31. Nel 2017 ha preso parte all’importante progetto di riscoperta del compositore Francesco Antonio Berera (1737-1813), originario di Monclassico (TN). Nel corso degli anni ha avviato un importante progetto di ricerca, catalogazione ed archiviazione del patrimonio musicale dimenticato nelle sacrestie delle chiese della Val di Sole e della vicina Val di Non, dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II.
FAUSTO CESCHI autodidatta appassionato, ha frequentato i corsi di direzione corale organizzati dalla Federazione Cori del Trentino, con i docenti Nicola Conci, Giuseppe Nicolini, Giovanni
Maria Rossi, Gianluigi Dardo ed altri. Ha cantato in varie formazioni corali, di polifonia classica e di canto popolare. Nel 1985 ha diretto il coro della Brigata Alpina Tridentina e dal 1990 dirige il Coro Santa Lucia di Magras, riuscendo a recuperare e a riproporre il prezioso repertorio di canti sacri del Cecilianesimo.
Il gruppo BERERA WINDS ENSEMBLE nasce con l’intento di riprodurre il più fedelmente possibile, le sonorità che Francesco Berera ha pensato per le sue numerose messe scritte per la cappella del Duomo di Trento. Per il periodo, siamo nei primi dell’ottocento, introdurre i fiati, quindi sonorità morbide e rotonde ma molto presenti, era sicuramente un’innovazione piuttosto rilevante quanto ardita. Singolarmente i componenti dell’ensemble, svolgono attività concertistica come solisti o in seno ad orchestre rinomate e di insegnamento presso conservatori e scuole musicali.
STEFANO CHICCO è nato a Trieste nel 1965, si è diplomato in pianoforte al Conservatorio di Trento con Lorenza Mascagni, proseguendo gli studi con Sergio Torri e perfezionandosi con Andrzej Jasinski, Claude Helffer e Alexander Jenner a Salisburgo e Vienna. Ha studiato direzione d’orchestra e musica da camera con Uros Lajovic e Georg Ebert alla Hochschule für Musik und darstellende Kunst di Vienna. Pianista, direttore di coro e d’orchestra, dal 1982 insegna pianoforte e in seguito orchestra, coro e direzione d’ensemble strumentale presso la Scuola di Musica “I Minipolifonici” di Trento, di cui, dal 2002, è anche direttore. Si è esibito come pianista e direttore in Italia, Austria, Francia, Islanda, Svizzera, Inghilterra, Belgio, Croazia, Lettonia, Spagna, Repubblica Ceca. Ha diretto l’Orchestra del Teatro Donizetti di Bergamo, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, l’Orchestra Pro Arte di Vienna, l’Orchestra JFutura e altre orchestre giovanili. Dal 2011 al 2016 ha diretto il Coro Ars Cantandi di Brunico (BZ). Dal 2008 è direttore del Coro Giovanile “I Minipolifonici” di Trento.