Humanità e Lucifero
CAMERATA ACCADEMICA
soprano, Elena Bertuzzi (Humanità), Sopran
tenore, Massimo Lombardi (Lucifero), Tenor
direttore, Paolo Faldi, Leitung
Programma
ALESSANDRO SCARLATTI (1660-1725)
Concerto grosso a flauto e tromba con violini
Spirituoso-Adagio-Allegro-Adagio-Presto
PIETRO SCARLATTI (1679-1750)
Cantata a due voci, Humanità e Lucifero, con violini
Parte Prima
Sinfonía
Recitativo (Humanità) – “E qual d’intorno io miro all’altre sfere”
Aria (Humanità) – “La bianca aurora”
Recitativo (Humanità) – “Ah ch’a ragion l’aurora”
Sinfonía con tromba
Recitativo (Humanità) – “Ma qual fragor profondo”
Aria (Lucifero) – “A dispetto delle stelle”
Recitativo (Lucifero) – “E che ti pensi, o Ciel nemico e che?”
Aria (da capo) (Lucifero) – “A dispetto delle stelle”
Recitativo (Humanità, Lucifero) – “Affrena, iniquo mostro”
Aria (Humanità) – “Al lampo del ciglio”
Recitativo (Lucifero) – “Oh quanto rido, oh quanto!”
Aria (Lucifero) – “Fin ch’arene havrà Cocito”
Recitativo (Humanità) – “Mira, superbo, mira”
Duetto (Humanità, Lucifero) – “Comincia pure a piangere”
Parte Seconda
Sinfonía
Recitativo (Humanità) – “Cadde il barbaro mostro”
Aria (Humanità) – “Se fanciulla sempre in culla”
Recitativo (Lucifero) – “Per me sempre crudeli”
Aria (Lucifero) – “Pianga pure al duol ch’io sento”
Recitativo (Humanità) – “Or vanne altero e grande”
Aria (Humanità) – “Il nuovo mio piacer”
Recitativo (Lucifero) – “Lo veggio, sì lo veggio”
Aria (Lucifero) – “Torno ai regni dell’orrido Averno”
Recitativo (Humanità) – “Chi potrà mai ridire, Vergine bella”
Aria (Humanità) – “Ogni sponda ed ogni riva”.
“Si sente spesso dire che l’Italia non sa valorizzare il proprio patrimonio storico e artistico, tra i più vasti e prestigiosi del mondo. In ambito musicale questo lassismo – che spesso degenera in uno sfacciato disinteresse – ha raggiunto livelli clamorosi nel caso di Alessandro Scarlatti, autore di importanza fondamentale del Barocco europeo, il cui 350° anniversario della nascita caduto nel 2010 è passato pressoché inosservato nel nostro paese, mentre in altre nazioni – tra cui il Giappone – al compositore palermitano sono stati dedicati convegni, concerti e registrazioni di grande interesse. Non è facile capire le ragioni di questa scarsa attenzione nei confronti del padre del più noto Domenico – che ha quasi toccato i toni della damnatio memoriae – perché i suoi lavori strumentali sfoggiano una scrittura ricca ed elaborata, con una sapiente commistione di elementi antichi e moderni, mentre le sue quasi sconosciute opere serie e buffe (oltre cento) presentano una eccellente caratterizzazione dei personaggi e un gradevole passo teatrale, due elementi che costituirono per decenni un modello ineludibile per tutti i maestri della Scuola Napoletana. A credito di Scarlatti bisogna poi aggiungere una vena melodica di meravigliosa bellezza, che da oltre tre secoli continua a conquistare il pubblico dai gusti più raffinati”. Sono le parole del musicologo Giovanni Tasso, a prefazione della riproposta di alcuni anni or sono, dell’oratorio/cantata Humanità e Lucifero, opera attribuita ad Alessandro Scarlatti ed oggetto di un caso musicologico, non inconsueto nel mondo della musica antica. Sembra infatti – le prove sono i due autografi nella biblioteca dei Padri Scolopi a Roma, su cui si basa l’odierna ripresa e nella Collezione Santini di Münster – che autore del raffinato dialogo – testo, ahinoi, di autore anonimo – tra un soprano (Humanità) intento a festeggiare la nascita della Vergine e un tenore (Lucifero alias il diavolo) pronto a contrastarne i buoni propositi e addirittura ad impadronirsi del mondo, sia invece il figlio primogenito di Alessandro, Pietro Filippo: evidentemente, se ciò fosse vero, ancor più dimenticato del padre, a favore del prediletto Domenico, che, quantomeno per via degli studi pianistici, trova con le sue sonate per clavicembalo, frequentazione continua. Vero è che quanto risaputo di Pietro Filippo non raggiunge nemmeno alla lontana la fama del padre, né le sue composizioni note si avvicinano quantitativamente alla sterminata produzione di Alessandro. La rete restituisce una striminzita biografia che lo individua ad Urbino nel 1705 come maestro del coro nella cattedrale, tre anni dopo, nel 1708, organista di corte a Napoli. Infine al 1728 risale la notizia di una sua opera Clitarco (la cui partitura è andata perduta) messa in scena per la prima volta al Teatro San Bartolomeo. Di lui restano, almeno sinora, alcune cantate e 21 Toccate per clavicembalo, a confermare, le prime, l’adesione alla scuola di famiglia, il che spiegherebbe l’equivoco sorto a proposito dell’Oratorio in questione, le seconde un’attenzione alla musica strumentale, dal padre accolta solo in tarda età e per motivi probabilmente legati all’incremento di proventi economici che all’epoca si potevano dedurre dalla composizione e stampa di concerti grossi o sonate. Proprio da una raccolta del genere, dodici Sinfonie di Concerto grosso che – come riferisce l’autografo conservato al British Museum di Londra – vennero «cominciate il primo giugno» 1715: particolarità della silloge la presenza del flauto dolce concertante, cioè del “flautino”, così come chiamato lo strumento soprano usato anche da Vivaldi nei suoi concerti e poi presumibilmente da Bach all’interno dei celeberrimi Concerti Brandeburghesi, singolare soprattutto sapendo che Alessandro non amava gli strumenti a fiato, stigmatizzandone la scarsa precisione. Tuttavia, in questo caso, non si accontentò del flauto ma inserì pure la tromba, quella tromba naturale dalla voce chiara e brillante, che spicca nella Sinfonia in re maggiore, aperta con uno Spiritoso, dove, assieme al flauto determina un’atmosfera di straordinaria agitazione, lasciando al solo flauto la gestione dei due movimenti lenti, per tornare a vitalizzare l’Allegro centrale e sottolineare fastosamente il Presto conclusivo. Gli stessi due strumenti concertano con gli archi e con le voci nell’oratorio di Pietro Filippo, eseguito per la prima volta a Roma nel 1704, stavolta in funzione descrittivo-affettiva rispetto al testo, senza escludere le consuete commistioni con lo stile del melodramma, di cui per altro la cantata, con il suo regolare succedersi di arie e recitativi, costituiva una sorta di alternativa “salottiera”. Niente di meglio quindi della tromba per la sfida baldanzosa di Lucifero, nell’aria guerresca cui per altro Humanità risponde con altrettanta grinta battagliera. Ma sarà la fede naturalmente a vincere tra i due contendenti e la furia di Lucifero cederà all’infinita grazia della Vergine, naturalmente espressa dai toni più delicati del violino e del “flautino”. Annely Zeni
ELENA BERTUZZI, soprano. Dal 1990 si dedica allo studio della prassi esecutiva della musica antica, rinascimentale e barocca, studiando con C. Miatello, C. Cavina, R. Bertini, R. Invernizzi; ha conseguito il titolo superiore in canto rinascimentale e barocco, al Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza, con il massimo dei voti e la lode. Nel 1996 ha vinto il primo premio del concorso indetto dall’Accademia Filarmonica di Verona. Ha tenuto numerosi concerti, come solista e in formazioni da camera, collaborando con orchestre e gruppi specializzati, in Italia e all’estero, partecipando a importanti festivals musicali: Al Bustan (Beirut, Libano); Cervantino (Guanajato, Leon, Cuernavaca, Messico); Santander (Spagna); delle Fiandre van Vlaanderen (Bruges-Anversa); de Musique Sacrée (Svizzera); Itineraire Baroque (Francia); Semana de Musica Sacra de la Laguna (Tenerife); Allegro (Castilla y Leòn (Spagna); Resonanzen (Austria); Barocktage Stift Melk (Austria); Mittelfest (Italia); Grandezze e Meraviglie (Italia); Musica e Poesia a S. Maurizio (Italia); Mito, settembre musica (Italia); Echi lontani (Italia); Ravenna festival (Italia); Urbino Musica Antica (Italia); FCB Festival Contemporaneamente Barocco (Siena, Italia); “Fêtes Musicales de Savoie”; “Organs of the Ballarat Goldfields”, “Murray International Music Festival” Mildura, “Beethoven Festival” Melbourne (Victoria, Australia); Seviqc Festival e Festival Radovljica (Slovenia); Starosadecki Festival Muzyki Dawnej (Polonia). Ha partecipato ad allestimenti di opera e oratorio di autori quali: Monteverdi; Cavalli; Provenzale; Legrenzi; Vivaldi; A. e D. Scarlatti; Jommelli; Pergolesi; Bach; Galuppi; Paisiello; Mozart; Lucchesi. Ha registrato per RAI Radio 3 (Italia), WDR (Germania), BRT3 Clara (Belgio), ORF1 (Austria), Polskie Radio 2 (Polonia), KRO Radio 4 (Olanda). Ha inciso per WDR-Arcana, Stradivarius, Tactus, Label, Dynamic, Brilliant classics.
MASSIMO LOMBARDI, tenore, ha studiato tecnica vocale con Magda Koczka e Alessio Tosi, perfezionandosi in masterclass di canto con Jill Feldman, Katalin Halmai e Dirk Snellings. Ha inoltre seguito corsi sulla prassi esecutiva rinascimentale e barocca con Sigiswald Kuijken, Pedro Memelsdorff, Wim Becu, Simen van Mechelen e Rinaldo Alessandrini, approfondendo in particolare il repertorio sacro seicentesco italiano e settecentesco tedesco. Collabora stabilmente – anche come solista – con alcuni dei migliori gruppi specializzati in musica antica: Vox Luminis, Concerto Italiano, La Compagnia del Madrigale, De Labyrintho, Coro e Orchestra Ghislieri, il pomo d’oro, Odhecaton, Cantica Symphonia, Cantar Lontano, La Fonte Musica, esibendosi nei più importanti festivals europei. Al lavoro in ensemble affianca l’attività solistica: il suo repertorio spazia dal Seicento italiano fino al primo Romanticismo, con una predilezione particolare per Monteverdi e Bach. Ha in più occasioni interpretato il Vespro di Monteverdi, vari oratori di Carissimi, Messiah di Händel, Membra Jesu Nostri di Buxtehude, numerose cantate, le Passioni e l’Oratorio di Natale di Bach, il Requiem, numerose Messe ed entrambi i Vespri di Mozart, la Petite Messe Solennelle di Rossini. Nel 2021 ha interpretato come solista lo Stabat Mater di Steffani (Liederhalle di Stoccarda, Auditorio Nacional de Madrid, Kursaal di Donostìa), Rappresentazione di Anima e Corpo di Cavalieri nel doppio ruolo di Mondo e Consiglio (Concertgebouw Bruges, Tivoli Vredenburg Utrecht), produzione che verrà ripresa in diversi teatri europei nel corso del 2023. È fondatore e direttore de «I Disinvolti», ensemble strumentale e vocale dedicato alla riscoperta di musica inedita del Seicento italiano. Ha inciso per Arcana, Glossa, Naxos, CPO e Erato/Warner.
L’ensemble orchestrale CAMERATA ACCADEMICA nasce all’interno del Conservatorio Pollini di Padova nel 2015. Costituitasi in associazione nel 2018 Camerata Accademica ha subito riscosso positivi riscontri di pubblico e critica, suonando in festivals di musica antica con strumenti storici Grandezze&Meraviglie di Modena, il Festival di Musica Sacra di Trento e Bolzano, il Festival Galuppi di Venezia, il Festival Barocco di Roma e l’Emilia-Romagna Festival dove ha accompagnato solisti di fama. Attenzione particolare è data da Camerata Accademica nell’esecuzione
di musiche in prima esecuzione moderna, oltre ovviamente ai capolavori del barocco e del classicismo. Recente l’uscita del CD delle cantate di Alessandro e Benedetto Marcello con il soprano
Lucia Cortese per la casa discografica Elegia. In progetto un CD dell’Oratorio S. Caterina martire di Antonio Caldara nel suo 350° anno dalla nascita in prima esecuzione in tempi moderni.
PAOLO FALDI è fiorentino di nascita e bolognese di adozione. Proviene da una famiglia di musicisti e con i genitori inizia lo studio del violino, oboe e flauto dolce. Si diploma in oboe moderno,
flauto dolce ed oboe barocco suonando con tutti i gruppi di musica antica. Per 20 anni oboista e flautista di Hesperion XX (e XXI) e de Le Concert de Nations di Jordi Savall coi quali ha suonato in Europa, Asia e Stati Uniti. Fondatore dell’Orchestra Barocca di Bologna e dell’orchestra barocca di Padova “Camerata Accademica”. Collabora in qualità di flautista, oboista e direttore con l’Orchestra Barocca San Marco di Pordenone. Insegna Flauto Dolce ed Oboe barocco presso il Conservatorio Pollini di Padova. Ha inciso più di 40 CD (Astree-Audivis, Opus 111, Brilliant, Tactus, Glossa) con varie orchestre e formazioni cameristiche (Hesperion XXI, Le Concert des Nations, Armonico Tributo Graz; I Barocchisti, Lugano; Il Giardino Armonico; Accademia Bizantina; Concerto Italiano; Complesso Barocco; Europa Galante) effettuando registrazioni televisive e radiofoniche per emittenti italiane, europee, asiatiche e statunitensi. Come direttore di Camerata
Accademica ha effettuato numerosi concerti nei festivals italiani: Galuppi Festival di Venezia, “Grandezze&Meraviglie” di Modena, “Festival di Musica Sacra di Trento e Bolzano”, “Festival
Barocco” di Roma; ha registrato sempre con Camerata Accademica un CD con cantate di Alessandro e Benedetto Marcello.