
Amarida ensemble
SABATO 6 MAGGIO 2023 Trento, Chiesa di Santa Chiara, ore 20.30 |
SAMSTAG, 6. MAI 2023 Trient, Kirche Santa Chiara, 20.30 Uhr |
DOMENICA 7 MAGGIO 2023 Bolzano, Chiesa dei Francescani, ore 18.00 |
SONNTAG, 7. MAI 2023 Bozen, Franziskanerkirche, 18.00 Uhr |
AMARIDA ENSEMBLE JOHAN HALVORSEN (1864-1935) ARVO PÄRT (*1935)
CARLO GALANTE (*1959)
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Il compositore norvegese JOHAN HALVORSEN è stato anche un violinista e direttore d’orchestra importante, oggi noto soprattutto per il suo arrangiamento libero di un tema di Händel. La sua Passacaglia è ancora oggi uno dei pezzi più popolari per violino e viola/violoncello, e a ragione, dato che entrambi gli strumenti sono ugualmente importanti e altrettanto impegnativi.
Lo Stabat Mater di ARVO PÄRT composto nel 1985 per soprano, controtenore (o contralto), tenore, violino, viola e violoncello, fu commissionato dalla Fondazione Alban Berg in occasione del centenario di Alban Berg, per il quale fu chiesto a dieci compositori di scrivere un brano per trio d’archi. Per raggiungere un maggiore equilibrio, Arvo Pärt ebbe l’idea di utilizzare due trii nella sua opera: un trio strumentale e uno vocale. Basandosi sul ritmo trocaico del testo, il rapporto tra sillabe lunghe e brevi è diventato l’elemento chiave della composizione. Derivato da un testo di una sequenza liturgica in cui la Madre di Dio addolorata piange accanto alla croce del Figlio crocifisso, il compositore descrive il brano come segue: “È come l’incontro di elementi opposti, ad esempio la lava che erutta da un vulcano e si riversa nell’acqua. Sembra impossibile che elementi così diversi si incontrino, ma in questo brano è esattamente ciò che accade. Il testo ci mostra l’esistenza simultanea dell’immenso dolore di questo evento e della possibile consolazione”. Lo Stabat Mater è stato eseguito per la prima volta il 30 ottobre 1985 in occasione di un concerto di opere di Pärt nell’ambito del Festival Berg-Berio alla Konzerthaus di Vienna, interpretato dal Hilliard Ensemble e da un trio d’archi composto da Gidon Kremer (violino), Nobuko Imai (viola) e David Geringas (violoncello). Un’altra versione dell’opera per coro misto (SAT) e orchestra d’archi è stata commissionata dalla Tonkünstler-Orchester Niederösterreich sotto la direzione di Kristjan Järvi nel 2008 al Musikverein di Vienna il 12 giugno 2008. JOHAN HALVORSEN war ein norwegischer Violinist, Komponist und Dirigent, der heute vor allem durch seine freie Bearbeitung eines Themas von Händel bekannt ist. Seine Passacaglia ist bis heute zu Recht eines der beliebtesten Zugabestücke für Violine und Viola/Violoncello, stehen doch beide Instrumente gleichwertig nebeneinander und werden gleichermaßen gefordert. ARVO PÄRT – Stabat Mater (1985), komponiert für Sopran, Countertenor (oder Alt), Tenor, Violine, Viola und Violoncello, wurde von der Alban-Berg-Stiftung anlässlich des 100-jährigen Jubiläums von Alban Berg in Auftrag gegeben, für das zehn Komponisten gebeten wurden, ein Stück für Streichtrio zu schreiben. Um ein besseres Gleichgewicht zu erreichen, hatte Arvo Pärt die Idee, in seinem Werk zwei Trios zu verwenden: ein Instrumental- und ein Vokaltrio. Aufbauend auf dem trochäischen Rhythmus des Textes wurde das Verhältnis zwischen langen und kurzen Silben zum Schlüsselelement der Musik. Abgeleitet von einem Text aus einer liturgischen Sequenz, in der die trauernde Mutter Gottes neben dem Kreuz ihres gekreuzigten Sohnes weint, hat der Komponist das Stück wie folgt beschrieben: „Es ist wie das Zusammentreffen von gegensätzlichen Elementen, zum Beispiel Lava, die aus einem Vulkan ausbricht und ins Wasser fließt. Es scheint unmöglich, dass so unterschiedliche Elemente jemals aufeinandertreffen, aber in diesem Stück geschieht genau das. Der Text zeigt uns die gleichzeitige Existenz des unermesslichen Schmerzes dieses Ereignisses und des möglichen Trostes.“ Stabat Mater wurde am 30. Oktober 1985 bei einem Konzert mit Werken Pärts im Rahmen des Berg-Berio-Festes im Wiener Konzerthaus uraufgeführt, gespielt vom Hilliard Ensemble und einem Streichtrio, bestehend aus Gidon Kremer (Violine), Nobuko Imai (Viola) und David Geringas (Violoncello). Eine weitere Fassung des Werks für gemischten Chor (SAT) und Streichorchester entstand 2008 im Auftrag des Tonkünstler-Orchesters Niederösterreich unter der Leitung von Kristjan Järvi im Wiener Musikverein am 12. Juni 2008 |
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![]() Ha scritto molta musica sinfonica e cameristica eseguita in sedi prestigiose come Teatro alla Scala di Milano, Fondazione Santa Cecilia di Roma, Fondazione Teatro San Carlo di Napoli, Rai di Roma e di Napoli ecc. Dopo l’esecuzione al MiTo 2014 de “Le lacrime di Geremia” (Ensemble Amarida) ed il concerto monografico dedicatogli da Sentieri Selvaggi ha raccolto un grande successo nel febbraio 2015 con “The food of love”, su commissione dell’Orchestra Filarmonica della Scala. CARLO GALANTE (Trient, 1959) absolvierte sein Kompositionsstudium bei Niccolò Castiglioni und Paolo Castaldi am Mailänder Konservatorium. 1993 schrieb er das „Dies Irae“ zum Requiem für die Opfer der Mafia. Für das Theater schrieb er die Opern „Byzanthium”, „Corradino”, „Il combattimento con l’Angelo”, „Messer Lievesogno e la Porta Chiusa”, „Ghost Cafè”, „Racconto di Natale” und die Ballette: „Fandango”, „Il fantasma di Canterville”, „Notturno a Milano”, „La Tempesta”, „Zaide o la chiave dell’illusione”, „I Promessi sposi”. Galante hat zahlreiche symphonische und kammermusikalische Werke geschrieben, die in renommierten Häusern wie dem Teatro alla Scala in Mailand, der Fondazione Santa Cecilia in Rom, der Fondazione Teatro San Carlo in Neapel, der RAI in Rom und Neapel usw. aufgeführt wurden. Nach der Aufführung von „Le lacrime di Geremia” uraufgeführt vom Amarida Ensemble auf der MiTo 2014 und dem ihm von Sentieri Selvaggi gewidmeten monografischen Konzert feierte er im Februar 2015 mit „The food of love”, einem Auftragswerk des Orchestra Filarmonica della Scala, einen großen Erfolg. |
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Missa in Augustini Nomine
“Alcuni anni fa un gruppo musicale mi chiese espressamente una composizione che in qualche modo onorasse il grande Santo e filosofo Agostino. Accettai con grande entusiasmo questa sollecitazione per molte ragioni, innanzi tutto, l’organico proposto mi piaceva molto: essenziale ma ricco, felicemente geometrico nel perfetto equilibrio tra parti vocali e strumentali; perfino l’abbinamento che mi proponevano a completamento della serata con il magnifico Stabat Mater di Arvo Pärt mi sembrava di particolare interesse e fascino. Ma la cosa veramente esaltante era quella di scrivere una partitura sacra pensando al grande filosofo cristiano Agostino, la qual cosa significava mettere l’accento su alcune tematiche culturali e umane di assoluta attualità, tali da interessare tutti, laici o credenti. Scelsi di musicare l’antico ordinario della Messa, piuttosto che direttamente un suo testo, ma cercando di orientare l’invenzione musicale attraverso il pensiero del grande filosofo. Un progetto assai ambizioso che però non riuscii a portare a termine perché la commissione, per un motivo che non ricordo, non andò a buon fine; intanto avevo però terminato di comporre il Kyrie, il Credo e il Gloria e abbozzato un intenso e doloroso Agnus Dei, memore del rovello agostiniano sull’origine del male. Mi mancava di scrivere il Sanctus, la parte, a mio avviso, più misteriosa e magica della Messa, evocatrice della Divinità. L’impulso e l’intuizione (anche questa agostiniana) di inventare un Sanctus adeguato in quei giorni, forse anche complice lo svanire dell’occasione dell’esecuzione, mi mancò e la composizione rimase per molto tempo incompiuta, nascosta in un cassetto della mia scrivania. In una parte del mio cervello però l’ambizioso progetto poetico-musicale è sempre rimasto vivo e come un virus (ma benefico, spero) si è recentemente riacutizzato. L’impasse sull’invenzione del Sanctus si è sciolta improvvisamente e in pochi giorni il brano si è quasi completato da solo. A quel punto sono tornato a ritroso e ho corretto più o meno radicalmente anche tutte le altre parti della Missa. La Messa musicale che propongo, sebbene nasca dallo studio e dalla fascinazione dell’Antico, è perfettamente contemporanea per sinteticità e asciuttezza dei toni. La scelta della lingua latina purtroppo allontana la Missa in augustini Nomine da un suo utilizzo liturgico (che alle origini della composizione invece avrei pensato preferibile), la durata delle singole parti (nessuna delle quali più lunghe di sei minuti) la renderebbero, al contrario, compatibili a tale importante utilizzo.” Carlo Galante Missa in Augustini Nomine „Vor einigen Jahren bat mich eine Musikgruppe ausdrücklich um eine Komposition, die in irgendeiner Weise den großen Heiligen und Philosophen Augustinus ehren sollte. Ich habe diese Anfrage mit großer Begeisterung angenommen. Zunächst einmal gefiel mir das vorgeschlagene Ensemble sehr gut: essentiell, aber reichhaltig, glücklich geometrisch in der perfekten Balance zwischen Vokal- und Instrumentalstimmen; auch die Kombination, die sie vorschlugen, um den Abend mit Arvo Pärt’s großartigem Stabat Mater abzurunden, erschien mir besonders interessant und faszinierend. Aber das wirklich Aufregende war, eine geistliche Partitur mit dem großen christlichen Philosophen Augustinus im Hinterkopf zu schreiben, was bedeutete, bestimmte kulturelle und menschliche Themen von absoluter Aktualität zu verwenden, so dass sie für jeden, ob Laie oder Gläubiger, von Interesse sind. Ich entschied mich für die Vertonung des alten Messordinariums und nicht für einen seiner Texte, sondern versuchte, die musikalische Erfindung durch das Denken des großen Philosophen zu lenken. In der Zwischenzeit hatte ich jedoch das Kyrie, das Credo und das Gloria fertig komponiert und ein intensives und trauriges Agnus Dei entworfen, das an Augustinus’ Besorgnis über den Ursprung des Bösen erinnert. Mir fehlte das Sanctus, der Teil der Messe, der meiner Meinung nach am geheimnisvollsten und magischsten ist und die Göttlichkeit beschwört. Der Impuls und die (auch augustinische) Intuition, ein geeignetes Sanctus zu erfinden, fehlten damals, vielleicht auch wegen der verschwindenden Gelegenheit der Aufführung, und die Komposition blieb lange Zeit unvollendet in einer Schublade meines Schreibtisches verborgen. In einem Teil meines Gehirns ist das ehrgeizige poetisch-musikalische Projekt jedoch immer lebendig geblieben, und wie ein Virus (aber ein heilsamer, hoffe ich) ist es kürzlich wieder aufgeflammt. Die Sackgasse, in der sich die Erfindung des Sanctus befand, löste sich plötzlich auf, und in wenigen Tagen war das Stück fast fertig. Zu diesem Zeitpunkt ging ich zurück und korrigierte mehr oder weniger radikal auch alle anderen Teile der Missa. Die musikalische Messe, die ich vorschlage, ist, obwohl aus dem Studium und der Faszination für die Antike entstanden, in ihrer Prägnanz und Trockenheit des Tons vollkommen zeitgemäß. Die Wahl der lateinischen Sprache entfernt die Missa in Augustini Nomine leider von ihrer liturgischen Verwendung (die ich am Anfang der Komposition für wünschenswert gehalten hätte); die Dauer der einzelnen Teile (von denen keiner länger als sechs Minuten ist) würde sie im Gegenteil für eine Verwendung geeignet machen.“ Carlo Galante |
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![]() Die Sopranistin STEFANIE STEGER studierte Konzertgesang am Tiroler Landeskonservatorium und am Mozarteum in Salzburg (Elisabeth Wilke und Wolfgang Holzmair). Sie arbeitete als Solistin mit großen Künstlern und Dirigenten unserer Zeit (René Jacobs, Roger Norrington, Andrea Marcon, Hiro Kurosaki, Dorothee Oberlinger und Florian Birsak). Sie hat Meisterkurse bei Andreas Scholl, Sara Mingardo, Alessandro de Marchi und anderen besucht. Sie ist Preisträgerin verschiedener Wettbewerbe, darunter des Petyrek-Lang-Liederwettbewerbs in Wien. Sie war Halbfinalistin beim Internationalen Mozart-Wettbewerb und beim Cesti-Wettbewerb in Innsbruck. Neben ihrer intensiven Tätigkeit als Solistin spezialisierte sie sich in Basel auf Alte und Barockmusik. Im Herbst 2014 erschien die CD „Klopstock-Lieder“, die sie gemeinsam mit ihrem ehemaligen Lehrer Wolfgang Holzmair und dem Cembalisten und Hammerklavierspieler Wolfgang Brunner produziert hat. |
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![]() ANNA LUCIA NARDI studierte Gesang am Bozner Konservatorium bei Luise Gallmetzer und Sabina von Walther und besuchte Meisterkurse bei Christa Ludwig, Brigitte Fassbaender, Gertrud Ottenthal und Kurt Widmer. Im Jahr 2006 erhielt sie den Preis für die beste Interpretation in der Kategorie Kammermusik beim Internationalen Gesangswettbewerb in Vercelli und 2007 den ersten Preis beim Internationalen Opern- und Kammergesangswettbewerb in Biella. Als Oratoriensängerin trat Anna Lucia Nardi als Altistin in Händels „Messias“, Bachs „Johannespassion“ und als Altistin in Beethovens „Missa Solemnis“ auf. Unter der Leitung von Gustav Kuhn sang sie die Mezzopartie in Rossinis „Petite Messe Solennelle“. In der Oper sang Nardi als Solistin in Werken von Richard Strauss, Richard Wagner, W. A. Mozart, Giuseppe Verdi und Giacomo Puccini. Am Südtiroler Operettentheater verkörperte sie den Prinzen Orlofsky in der Operette „Die Fledermaus“ von Johann Strauss. |
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Der aus Brixen stammende Tenor und Architekt ROMAN PICHLER studiert Gesang am Johann-Joseph-Fux-Konservatorium in Graz bei Natela Nicoli. Meisterkurse belegte er u. a. bei Kurt Widmer, Francisco Araiza, Giacomo Aragall, Eteri Lamoris und Angelika Kirchschlager. Er ist Preisträger internationaler Wettbewerbe. Zu seinen solistischen Auftritten zählen der Herzog („Rigoletto“), Peter Quint und Prolog in „The Turn of the screw“ von Britten und Monostatos in „Die Zauberflöte“, Alfred in „Die Fledermaus“, Jan Janicki in „Der Bettelstudent“, Nemorino in „Der Liebestrank“, Graf Boni in der „Csárdásfürstin“, Caramello in „Eine Nacht in Venedig“ und Dr. Siedler im „Im weißen Rössel“ bei den Südtiroler Operettenfestspielen in Bozen und Brixen, Gustl in der „Frühjahrsparade“ von Robert Stolz auf der Schlossbergbühne der Kasematten Graz, Mozart-Requiem, „Die Schöpfung“ und „Stabat Mater“ von Haydn und „Petite messe solennelle“ von Rossini. |
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FRANCESO IORIO, stammt aus einer Musikerfamilie und schloss sein Studium der Violine und Viola am Konservatorium „F. A. Bonporti“ mit Bestnoten ab. Er verbindet die moderne Violine mit dem Studium des Barockinstruments. Neben einer intensiven solistischen und kammermusikalischen Tätigkeit in wichtigen musikalischen Bereichen arbeitet er mit bedeutenden Orchestern als Sideman und Concertino zusammen: dem Orchester des Tiroler Festspiels in Erl, dem Orchester „internazionale d’Italia“, dem Barockorchester von Mitteleuropa, dem Orchester „J Futura“. Außerdem studierte er am Conservatorio “F.A. Bonporti” in Trient Komposition bei Maestro Luca Cori und Maestro Leonardo Polato, bei dem er 2014 sein Diplom in Harmonie, Kontrapunkt, Fuge und Komposition machte. Er spielt eine Salzburger Geige Johannes Schorn von 1714 (ex Leopold Mozart) und eine Antonio Stradivari von 1720.
FRANCESO IORIO, stammt aus einer Musikerfamilie und schloss sein Studium der Violine und Viola am Konservatorium „F. A. Bonporti“ mit Bestnoten ab. Er verbindet die moderne Violine mit dem Studium des Barockinstruments. Neben einer intensiven solistischen und kammermusikalischen Tätigkeit in wichtigen musikalischen Bereichen arbeitet er mit bedeutenden Orchestern als Sideman und Concertino zusammen: dem Orchester des Tiroler Festspiels in Erl, dem Orchester „internazionale d’Italia“, dem Barockorchester von Mitteleuropa, dem Orchester „J Futura“. Außerdem studierte er am Conservatorio “F.A. Bonporti” in Trient Komposition bei Maestro Luca Cori und Maestro Leonardo Polato, bei dem er 2014 sein Diplom in Harmonie, Kontrapunkt, Fuge und Komposition machte. Er spielt eine Salzburger Geige Johannes Schorn von 1714 (ex Leopold Mozart) und eine Antonio Stradivari von 1720. |
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JOHANNA WASSERMANN è nata a Bressanone e ha studiato al Conservatorio di Bolzano con i professori A. Zaniboni e G. Carpi. Ha seguito corsi di perfezionamento al Mozarteum di Salisburgo e con Dean Bogdanovich ha partecipato all’International String Workshop e Accademia di musica antica Bressanone. Con l’Amarida Ensemble, che ha fondato nel 1984, tiene numerosi concerti in Italia e all’estero sia in progetti di musica da camera che orchestrali e partecipa a registrazioni radiofoniche e televisive e a registrazioni di CD. Dal 1975 al 2010 è stata membro dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Da allora ha collaborato con diverse orchestre: Orchestra da Camera Innstrument Innsbruck, Accademie St. Blasius, Festival Erl, Salonorchester Südtirol, Mahler Orchestra Toblach e Südtiroler Operettenorchester.
JOHANNA WASSERMANN geboren in Brixen, studierte am Bozner Konservatorium bei Prof. A. Zaniboni und Prof. G. Carpi. Sie absolvierte Meisterkurse am Mozarteum Salzburg und bei Dean Bogdanovich und nahm am Internationalen String Workshop und an der Akademie für Alte Musik Brixen teil. Mit dem 1984 von ihr gegründeten Amarida-Ensemble gibt sie zahlreiche Konzerte im In- und Ausland sowohl in kammermusikalischen, als auch Orchesterprojekten und nimmt an Rundfunk- und Fernsehaufnahmen, sowie CD Einspielungen teil. Von 1975-2010 Mitglied des Haydn Orchesters von Bozen und Trient. Seither Zusammenarbeit mit verschiedenen Orchestern: Kammerorchester Innstrumenti Innsbruck, Akademie St. Blasius, Festspiele Erl, Salonorchester Südtirol, Mahler Orchestra Toblach und Südtiroler Operettenorchester. |
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ALEJANDRO BIANCOTTI è nato in Argentina e ha compiuto gli studi musicali a Buenos Aires. Successivamente si è perfezionato in Europa seguendo gli insegnamenti di Rocco Filippini e Antonio Janigro. Nei primi anni ‘80 inizia l’attività di musicista da camera e di solista. Ha suonato con prestigiose orchestre come quella del Maggio Musicale Fiorentino e la European Community Chamber Orchestra. Nel corso della sua carriera ha suonato in molti Paesi europei, in America e in Giappone sotto la guida di direttori come Abbado, Muti, Zubin Mehta, Rostropovich, Giulini, Inbal, Prêtre e Penderezky. Dal 1988 fino a 2022 è stato Primo violoncello solista dell’Orchestra Sinfonica “F.J. Haydn” di Bolzano e Trento.
ALEJANDRO BIANCOTTI. Der gebürtige Argentinier schloss seine musikalische Ausbildung in Buenos Aires ab und spezialisierte sich später in Europa bei Rocco Filippini und Antonio Janigro. In den frühen 1980er Jahren begann er seine Tätigkeit als Kammermusiker und Solist. Er spielte mit renommierten Orchestern wie dem Maggio Musicale Fiorentino und dem European Community Chamber Orchestra. Im Laufe seiner Karriere hat er in vielen europäischen Ländern, in Amerika und Japan unter der Leitung von Abbado, Muti, Zubin Mehta, Rostropovich, Giulini, Inbal, Prêtre und Penderezky gespielt. Von 1988 bis 2022 war er Solocellist des Symphonieorchesters “F.J. Haydn” von Bozen und Trient. |

