AMARIDA ENSEMBLE
soprano, Magdalena Lang, Sopran
mezzosoprano, Anna Nardi, Mezzosopran
contralto, Valeria Gasser, Alt
violino, Francesco Iorio, Violine
violino, Johanna Wassermann, Violine
viola, Sylvia Lanz, Bratsche
violoncello, Roland Mitterer, Cello
contrabbasso, Sante Braia, Kontrabass
Dario Castello (1602-1631)
Sonata Decima Quinta per archi
Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736)§
„Salve Regina“ in fa min. per contralto e archi
– Salve regina
– Ad te clamamus
– Eia ergo, adorata nostra
– Et Jesum
– O clemens, o pia
Baldassare Galuppi (1706-1785)
Concerto a quattro n. 2 in sol magg.
Andante, Allegro, Andante, Allegro assai
Heinrich Unterhofer (*1958)
“Shanti Mantra” – preghiera per la pace
per soprano, mezzosoprano, contralto, archi e Thai Gong
Simon Stampfer, Gong
(prima ass., commissionata dal Südtiroler Künstlerbund)
(Edizione Pizzicato Helvetia)
Alessandro Stradella (1643-1682)
„Pietà Signore“ per mezzosoprano e archi
W. A. Mozart (1756-1791)
„Tu Virginum Corona“ da „Exultate Jubilate“ KV 165
per soprano e archi
Henry Purcell (1659-1695)
Abdelazer Suite per archi
Ouverture, Air, Air, Menuett, Air, Jig, Hornpipe, Air
Charles Gounod (1818-1893)
„O Salutaris Hostia“
per soprano, contralto e archi
Dario Castello, Sonata Decima Quinta per archi
Dario Domenico Castello nacque a Venezia, dove fu battezzato il 19 ottobre 1602 nella parrocchia di San Barnaba. Ebbe la sua formazione dal padre Giovanni Battista, suonatore di violino, attivo con alcune compagnie veneziane di strumentisti. La sua carriera fu certamente favorita dalla rete di relazioni familiari con alcuni importanti musicisti operanti a Venezia.
Nel 1620 intraprese la carriera ecclesiastica e nel 1623 fu ordinato suddiacono, nel 1625 diacono e nel 1627 sacerdote.
Fu pure alla testa di una “compagnia de musichi d’instrumenti da fiato”, come si legge nel frontespizio del primo e del secondo libro delle sue Sonate concertate in stile moderno, pubblicati rispettivamente nel 1621 e nel 1629.
Il 19 novembre 1624 fu nominato “sonador di violin” nella cappella di San Marco, all’epoca diretta da Claudio Monteverdi, dove, già da qualche mese il fratello Francesco prestava servizio come suonatore di trombone. Morì a Venezia il 2 luglio 1631 nella parrocchia di Sant’Angelo, vittima di un’epidemia di peste.
Giovanni Battista Pergolesi, “Salve Regina” in fa minore per contralto e archi
Giovanni Battista Pergolesi divenne immortale attraverso due pezzi musicali completamente opposti: l’Intermezzo La serva padrona, l’opera comica più famosa del XVIII secolo, e lo Stabat mater, il pezzo musicale più stampato dello stesso secolo e l’epitome della musica cattolica da chiesa del cosiddetto stile “galante”.
A soli 26 anni, Pergolesi morì nelle terme di Pozzuoli, vicino a Napoli, dopo un vano tentativo di vincere la tubercolosi. Passò gli ultimi mesi della sua vita in un monastero, dove lavorò febbrilmente allo Stabat mater, ma anche al Salve regina, che è nel nostro programma.
La vicinanza delle due opere è evidente per gli intenditori dello Stabat mater: Già l’inizio del Salve regina è analogo a quello dell’opera più grande: ritmi secondari ascendenti negli archi sopra un basso che cammina. Nel corso successivo, si sentono tutti quei gesti di pathos – progressioni melodiche vacillanti, toni vocali lunghi e affettivi su un sospirato accompagnamento d’archi, come se fossero magiche illusioni – che stupirono i contemporanei di Pergolesi (incluso Bach) quando conobbero lo Stabat mater dopo la morte del compositore.
Il Salve Regina raggiunse rapidamente una popolarità simile, come attestano le innumerevoli copie nelle biblioteche di tutto il mondo. Le versioni in do minore per soprano e archi e in fa minore o sol minore per contralto e archi si equilibrano.
Baldassare Galuppi, Concerto a quattro n. 2 in sol magg.
Baldassare Galuppi detto il “buranello”, fu uno dei compositori italiani più originali del genere comico. Pare che i primi rudimenti musicali gli furono impartiti dal padre, che pur facendo il barbiere di professione, suonava il violino a teatro.
All’età di soli sedici anni, Galuppi si recò a Venezia suonando l’organo in diverse chiese. Fu in questi anni che il musicista si cimentò nella composizione di un’opera buffa dal titolo “La fede nell’incostanza” che alla prima fu coperta di fischi e insulti. Disperato, il musicista fu sul punto di abbandonare la musica e di andare a fare il barbiere. Ebbe però la fortuna di suscitare l’interesse di Benedetto Marcello, che lo fece entrare nella scuola del Lotti, dove per ben tre anni si dedicò allo studio del contrappunto.
Appena si sentì abbastanza preparato per riaffrontare le scene, compose la musica della Dorinda su libretto scritto appositamente per lui da Marcello. Quest’opera fu rappresentata al teatro di Sant’Angelo durante la fiera dell’Ascensione nel 1729 e fu accolta bene dal pubblico. Galuppi si dedicò anche allo studio del clavicembalo divenendo uno dei clavicembalisti più ferrati. Sono ben 85 le sue sonate per clavicembalo.
Heinrich Unterhofer, “Shanti Mantra” – preghiera per la pace
“Il Mantra Om Shanti significa pace nella mente, nella parola e nel corpo; credo che se tutti potessimo essere davvero in pace con noi stessi e portare pace nelle nostre vite, la nostra energia potrebbe raggiungere gli altri senza parole ed essere così contagiosa. In ebraico antico pace si dice Shalom, in sanscrito Shanti, in aramaico Heshusha, sostantivi che hanno la stessa radice di Yeshua, Shiva, Krishna, Krishtos, Sciamano, tutto ciò che apporta quiete nella mente ha questo suono. Anche in Natura l’onda emette lo stesso Suono che genera pace nel nostro animo, una vibrazione di pace. Il brano da me composto sulla melodia e sul testo del Shanti Mantra è una vibrazione che effonde pace.”
Heinrich Unterhofer
Alessandro Stadella, „Pietà Signore“, elaborazione per mezzosoprano e archi
Alessandro Stradella proveniva da una famiglia aristocratica della Toscana. È stato un compositore molto prolifico che si è cimentato con quasi tutti i generi musicali, spesso forzando le convenzioni musicali del suo tempo. Nel 1674, per esempio, fu uno dei primi compositori, insieme a Massimiliano Neri, a usare i termini concertino e concerto grosso nell’accostare violini solisti all’ensemble degli archi, una tradizione poi continuata da Corelli, Torelli, Vivaldi e da molti altri compositori. Stradella compose molte “Simfonie” per uno e più strumenti ad arco e basso continuo, oltre duecento cantate profane e sacre, sei oratori e numerose opere. L’aria da chiesa “Se i miei sospiri” è in realtà conosciuta con il titolo “Pietà, Signore”, un’opera di dubbia attribuzione a Stradella che si ritiene sia stata composta piuttosto da François-Joseph Fétis, Louis Niedermeyer o addirittura da Gioachino Rossini.
W. A. Mozart, “Tu Virginum Corona” da “Exultate Jubilate” KV 165
Il sedicenne Mozart scrisse la cantata “Exultate Jubilate” nel 1773 a Milano per il famoso castrato Rauzzini, che cantò in un ruolo principale nella prima dell’opera di Mozart “Lucio Silla” che ottenne un grande successo. Si tratta in realtà di una cantata drammatica, solo il testo ha un contenuto spirituale, una lode a Maria, “corona delle vergini”, alba nascente, nello spirito liturgico del tempo d’Avvento. La sua allegria quasi mondana ricorda lo stile festoso del tardo barocco tedesco. Mozart, oltre ad essere un violinista di vaglia, suonava anche la viola, uno strumento che amava molto. Ecco perché le parti strumentali mediane presentano sempre una scrittura molto vivace. In programma la sezione “Tu Virginum Corona”.
Henry Purcell, Suite Abdelazer per archi
La suite Abdelazer è un brano musicale scritto dal compositore inglese Henry Purell per il dramma omonimo di Aphra Behn. Purcell compose l’ouverture e gli interludi per una sua ripresa nell’estate del 1695. Il rondò acquistò particolare fama quando Benjamin Britten lo usò come tema principale per le variazioni di The Young Person’s Guide to the Orchestra. Appare anche come tema musicale della serie televisiva inglese The First Churchills e come musica da ballo nella scena del ballo di Netherfield nell’adattamento cinematografico di Orgoglio e pregiudizio.
Charles Gounod, „O Salutaris Hostia“
Il grande operista Charles Gounod si dedicò maggiormente alla musica sacra nel periodo della sua vecchiaia componendo diverse Messe per piccoli ensemble. Ma lo spirito orchestrale operistico e le ampie campiture melodiche, tratto comune del tardo periodo romantico, aleggiava anche nelle sue opere di più piccole dimensioni. Gounod scrisse la Missa brevis n.7 all’età di 72 anni, a solo tre anni dalla morte. La Messa non contiene il Benedictus, sostituito da “O salutaris hostia” secondo la tradizione francese. Sentiamo qui un maestro che ha raggiunto la serenità interiore e che non ha più bisogno di dimostrare nulla a se stesso, ma che, proprio attraverso una geniale semplicità, crea una profondità espressiva possibile solo nelle piccole forme.
Esecutori:
Magdalena Lang, soprano
Ha conseguito il diploma di canto nel 2002 presso il Conservatorio di Musica di Trento. Nel 2007 si diploma in “Lied e Oratorio” (Conservatorio di Bolzano) con Sabina von Walther e Othmar Trenner. Ha concluso nel 2016 un Master in Canto Barocco con Giulio di Raco (Conservatorio di Bolzano). Svolge attività solistica e ha preso parte a concerti di musica sacra: Te Deum di M.A. Charpentier; Messa dell’Incoronazione di W.A. Mozart; Stabat Mater di G.B. Pergolesi; Stabat Mater di Luigi Boccherini e altri ancora; concerti di musica profana: Lieder di Ludwig Thuille; Polnische Dörfer di Heinrich Unterhofer; Lieder di Richard Strauss, concerti con diversi interpreti di musica barocca etc.
Anna Lucia Nardi, mezzosoprano
Anna Lucia Nardi ha studiato canto al Conservatorio di Bolzano con Luise Gallmetzer e Sabina von Walther e ha frequentato i corsi di perfezionamento con Christa Ludwig, Brigitte Fassbaender, Gertrud Ottenthal e Kurt Widmer. Come cantante di oratorio, Anna Lucia Nardi ha preso parte come contralto solista fra il resto nel “Messia” di Händel, nella “Passione secondo Giovanni” di Bach e nello “Stabat Mater” di Pergolesi. Sotto la direzione di Gustav Kuhn ha cantato la parte di mezzosoprano nella “Petite Messe Solennelle” di Rossini a Lucca, ed è già apparsa più volte come contralto solista nella “Nona Sinfonia” di Beethoven a Bolzano e al Festival del Tirolo di Erl. Il debutto lirico ha avuto luogo al Teatro Comunale di Piacenza come prima serva nell’”Elektra” di Strauss. Sono seguite altre partecipazioni liriche in Italia e all’estero, come Magdalena nel “Parsifal” e nei “Meistersinger von Nürnberg” di Wagner a Erl/Tirolo, come Cherubino e Marcellina nelle “Nozze di Figaro” di Mozart, come Giovanna nel “Rigoletto” di Verdi e come Annina nella “Traviata” di Verdi a Erl, come paggio nella “Salomè” di Strauss a Bolzano, come Kathinka nella “Sposa venduta” di Smetana al Tiroler Landestheater di Innsbruck e come Zuma nell’”Alzira” di Verdi al Festival Alto Adige a Dobbiaco. Al Festival dell’Operetta Alto Adige ha sostenuto la parte del Principe Orlofsky nell’operetta “Die Fledermaus” di Johann Strauss.
Valeria Gasser, mezzosoprano
Nata a Bolzano, ha studiato al locale conservatorio. Ha frequentato in seguito master class e ha tenuto concerti sia in Alto Adige che all’estero.
È membro del Teatro dell’Operetta dell’Alto Adige e contralto solista al Duomo di Bressanone.
Insegna educazione musicale di base e canto alla Scuola di Musica di Bressanone.
Ensemble Amarida
L’Ensemble Amarida è stato fondato da Johanna Wassermann nel 1984. Il suo nome deriva da quello di un bosco fatato delle favole ladine in cui un’arpista confonde i sensi dei viandanti similmente alla Loreley. L’ensemble, oltre ai capolavori della musica classica, si dedica alla musica contemporanea collaborando con numerosi compositori dei quali ha eseguito le prime di brani alcuni dei quali dedicati all’ensemble. L’ensemble Amarida ha suonato nell’ambito del Festival di Musica sacra, di Brixner Initiative Musik und Kirche, della Società dei Concerti di Bolzano, delle Settimane musicali Gustav Mahler, Musicastello, Musica in Aulis, Forum Cultur Bressanone, Festival di musica contemporanea, Festival Musica Sacra, Musica Viva della Val Venosta, Estate musicale Val Pusteria, Festival MITO di Milano ed particolarmente impegnato nell’ambito della musica tirolese come documentano le numerose registrazioni radiofoniche e televisive con Rai Südtirol. L’ensemble ha inciso il cd “Serenate” con musiche di compositori sudtirolesi (J. B. Gänsbacher, Eduard Lucerna, Francesco Brazzo, Eduard Demetz) e i due Quintetti con pianoforte di Ludwig Thuille.
Heinrich Unterhofer
Allievo dapprima al Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Bolzano del Maestro Francesco Valdambrini, si è successivamente diplomato con il Maestro Azio Corghi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Autore di composizioni orchestrali e cameristiche eseguite sia negli USA che in Europa, vincitore di numerosi premi di composizione, quali “Ulivo d’oro” di Imperia, “Tiroler Gedenkjahr 84”, “G.B. Viotti” di Vercelli, “La ville de Bagneux” a Parigi, “Città di Trieste” per grande orchestra e percussioni e “IBLA” a New York e recentemente il 3° Concorso Internazionale “Angelo Inglese” per orchestra di fiati a Bari. Una stagione sinfonica dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento si è aperta con la sua composizione per orchestra “Arcus pulcher aeteri” e la sua composizione per orchestra “Francesco e Chiara D’Assisi” è stata eseguita in prima assoluta agli “Incontri di musica Sacra Contemporanea” di Roma. Ha effettuato diverse registrazioni radiofoniche per la RAI di Bolzano e Trento, per la ORF di Innsbruck e incisioni per l’etichetta milanese M.A.P. Dal 1992 è docente di composizione al Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Bolzano. Le sue opere sono state pubblicate da Rugginenti, Edipan, Pizzicato Verlag Helvetia, Kliment e A. Böhm & Sohn, Boario. Compositore in primis, è attivo anche come direttore d’orchestra, con particolare attenzione alla realizzazione di nuovi progetti musicali
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