“MOTETTI SAGRI”
Sabato 21 Maggio 2022 – Bressanone, Chiesa del Seminario, ore 18.00 Domenica 22 MAGGIO 2022 – Ala, Chiesa di S. Francesco, ore 21.00 |
Samstag, 21. Mai 2022 – Brixen, Seminarkirche, 18.00 Uhr |
LA FLORIDA CAPPELLA
Federico Fiorio – Canto I
Alessandro Melani 1639 Pistoia – 1703 Roma Peregrinus jubilat Omnia semper bene Quid otiamini, fideles Consolamini, mortales O Domine virtutum Si vis coronari Canite tuba O inanis gloriae cupidi Aspice, Domine O quam suavis Alessandro Melani (nato nel 1639 a Pistoia – morto nel 1703 a Roma) proveniva da una stimata famiglia toscana di musicisti e aveva sette fratelli musicisti. Tre di loro hanno avuto un qualche legame con il Tirolo: l’operista di successo Jacopo Melani (nato nel 1623), che pare abbia stampato a Innsbruck una raccolta di sonate oggi perduta, il famoso castrato Atto Melani (nato nel 1626), che fece una brillante carriera alla corte di Luigi XIV anche come agente e diplomatico e prendendo parte alle rappresentazioni operistiche di Antonio Cesti (nato nel 1623 ad Arezzo) a Innsbruck, e infine Francesco Maria Melani (nato nel 1632), che è menzionato come contralto alla corte di Innsbruck. È evidente come tra i membri di questa scuola di composizione tosco-romana, il cui fondatore è stato probabilmente Antonio Maria Abbatini (1595-1679), ci sia stato un vivace scambio. Oltre alla residenza papale di Roma, le altre sedi fulcro della loro attività sembrano essere state le residenze imperiali di Innsbruck e Vienna. Alessandro fu cantore nel Duomo di Pistoia dal 1649 al 1660, divenne maestro di cappella del Duomo di Orvieto nel 1661, e tornò nella sua città natale come maestro di cappella nel 1667, succedendo a suo fratello Jacopo. Solo pochi mesi dopo, grazie alla mediazione di Atto, si trasferì nella Basilica di S. Maria Maggiore a Roma, dove officiò fino al 1672. Quando a Roma nel corso del carnevale 1668 fu nuovamente possibile rappresentare pubblicamente delle opere, fu data l’opera Ergeni di Alessandro. A partire dal 1668, è documentata la sua attività come direttore dei drammi musicali dell’Oratorio del SS. Crocifisso, uno dei leggendari luoghi di nascita di questo genere musicale, dove si riunivano le più illustri personalità musicali della città. Da ultimo, dal 1672 al 1696, fu attivo nella chiesa di S. Luigi dei Francesi, che all’epoca godeva di un certo status come fulcro e centro propulsore della scena musicale romana. Melani compose opere commissionate da importanti famiglie romane come i Chigi, gli Ottoboni o i Borghese e mise in musica due oratori di Benedetto Pamphili. Un oratorio (o grande Mottetto) con la grafia di Marc Antoine Charpentier è conservato nella Bibliothéque nationale di Parigi. Melani fu senza dubbio uno dei compositori più versatili attivi a Roma negli ultimi trent’anni del secolo, componendo numerose cantate profane oltre a opere e oratori. La sua altrettanto vasta produzione di musica vocale sacra, in parte non ancora sufficientemente studiata, è uno degli esempi più fulgidi del mottetto romano. L’unica copia completa rimasta dei Motetti sagri op. 1 di Alessandro Melani (Roma, Stamperia Iacomo Fei D’Andrea, 1670) si trova nella Biblioteca del Seminario vescovile di Asti (Piemonte). La nuova edizione si basa su questa copia sulla quale a sua volta si è basata la prima esecuzione in tempi moderni nel 2021 da parte della La florida Capella nell’ambito del festival di musica antica di Innsbruck. La raccolta contiene 17 mottetti da 2 a 5 voci ed è dedicata all’imperatore Leopoldo I, il che rende plausibile una sua candidatura nelle fila dell’orchestra della corte imperiale di Vienna. Il testo dei mottetti latini, tutti della durata di circa cinque minuti, è in una prosa di alta qualità letteraria e in un linguaggio fiorito, alcuni dei quali sono stati musicati anche da suoi contemporanei quali Giacomo Carissimi, Francesco Foggia e Bonifacio Graziani. Le caratteristiche di questi brani sono la concisa declamazione del testo, il magistrale contrappunto e la tensione alla chiarezza formale da un lato, e dall’altro una predilezione per debordanti incipit tematici di arduo virtuosismo. Non di rado tutte le voci cantano simultaneamente lunghi passaggi di coloratura che causano un eccesso esageratamente drammatico. Il modello del Carissimi benché evidente è nuovamente superato e già si intravvedono i mottetti di J. S. Bach. La preferenza per la polifonia vocale a 5 voci era un fenomeno relativamente nuovo nella città eterna, basato forse sull’influenza francese che qui diventa espressione sonora del barocco monumentale romano di un Bernini o Borromini. Marian Polin La florida Capella è un ensemble di musica antica di recente costituzione, fondato nel 2021 da musicisti altoatesini. In quello stesso anno vinse il “Premio I. H. F. Biber” a St. Florian (AT) e debuttò al Festival di musica antica di Innsbruck. Già nel primo anno di attività, in collaborazione con il famoso solista Federico Fiorio (soprano), sono state effettuate registrazioni di cantate di Antonio Cesti nonché un cd con mottetti per soprano dai “Sacri musicali affetti” di Barbara Strozzi (Musikmuseum Innsbruck, uscita prevista in autunno 2022). Il nome dell’ensemble si riferisce a una raccolta di madrigali della cappella di corte di Monaco di Baviera di Orlando di Lasso dal titolo altisonante “Musica de’ Virtuosi della florida Capella” (Venezia, 1619). L’ensemble si dedica pertanto alla musica vocale e strumentale dalla fine del XVI all’inizio del XVIII secolo e si concentra sulla ricerca e la rielaborazione dei tesori musicali del Seicento italiano. Lo studio intenso degli originali, la prassi esecutiva storica così come gli organici strumentali e le tecniche esecutive costituiscono la base per trasferire nel presente questa musica apparentemente “vecchia” e avvicinarla al pubblico moderno in una dimensione atemporale e senza tratti distintivi riconoscibili.
In collaborazione con Initiative Brixen Musik und Kirche; Comune di Ala e Associazione Dimore Storiche Italiane |