Gaudio summo
GRUPPO VOCALE L. FEININGER
CORO GALLETTO DI GALLURA
sassofono, Gavino Murgia, Saxophon
Gaudio Summo
Musiche della tradizione, dal Medioevo ad oggi, dedicate alle feste patronali dal Trentino alla Sardegna
Gavino Murgia, sassofono
Improvvisazioni
In collaborazione con/In Zusammenarbeit mit
Centro di eccellenza Laurence Feininger
Feste Vigiliane per il 40mo anniversario
Note al programma
“Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra”. Così il biblico celeberrimo passo della Genesi a proposito della Torre di Babele: punizione per l’arroganza umana di voler raggiungere il cielo e paragonarsi quindi a Dio stesso, oppure il primo passo verso una diversificazione, espressa attraverso la lingua, capace, di costruire identità specifiche e far decollare l’umanità sui sentieri del dialogo interculturale? All’uomo scegliere poi, in forza del libero arbitrio, se arroccarsi nella torre armandosi in difesa, oppure “disperdersi su tutta la terra” e sperimentare gli impervi e faticosi percorsi del confronto. “Gaudio summo” percorre decisamente questa strada, resa “gioiosa” dalla musica, “lingua” demandata sin dai tempi omerici dell’Inno ad Ermes alla gioia ed all’amore, nonché a quel “dolce sonno”, mimetico dell’aspirazione al trascendente. Un sommo gaudio che sottintende la particella “con” sottintesa nella coniugazione latina, “insieme”: intanto chi dialoga e di chi-cosa si dice? Il
Coro Galletto di Gallura, nome-omen di riconoscibilità internazionale, di quella singolarissima modalità di canto “polifonico” localizzato in Sardegna e declinato in diversi modi a seconda delle zone, testimonial dell’“anima sarda” evidentemente in altra dimensione rispetto alla birra o ad altri specifici (e per altro deliziosi) prodotti eno-gastronomici. Un’isola dove si è conservato un
modo di cantare la liturgia in una polifonia che, probabilmente introdotta in tempi remotissimi dalla Chiesa stessa, si piegava all’uso quotidiano di un popolo che esprimeva la durezza di una terra montagnina con una vocalità “gutturale” e con un latino dialettizzato da una lingua incline al raddoppio delle consonanti ed alla chiusura delle vocali, per cui una laus diventa lau, meus meu
e così via. Territorio privilegiato dell’etnomusicologia, il Canto Tasja si confronta con la diversa modalità del Gruppo vocale Laurence Feininger, intento alla ricerca ed alla ricostruzione del canto liturgico sulle fonti scritte, conservate negli archivi di chiese e conventi sparsi e dispersi “su tutta la terra”, in particolare sulla miniera conservata a Trento grazie al lascito di quel Don Lorenzo
che negli anni post-bellici percorreva l’Europa scovando manoscritti e antiche stampe da trascrivere, da salvare da distruzione certa. Di lì provengono le antifone proposte in programma, mentre dal Convento francescano di Lonigo giungono le intonazioni sui testi del Regina Coeli o del Miserere giustapponibili agli omonimi in canto tasja: una vocalità educatissima andrà a scontrarsi anche in modo stridente con la tipologia isolana. Ma a confermare la Babele del dialogo ecco le improvvisazioni del sax di Gavino Murgia, sull’esempio di analoghe narrazioni miste inaugurate dal famoso Hilliard Ensemble che, con il sax di Jan Garbarek e la pubblicazione in CD di Officium conquistò risonanza planetaria e un pubblico altrimenti del tutto ignaro di polifonie sacre più o meno fiamminghe. Ed il dialogo sposa qui la storia collegando antico e moderno, all’insegna di modalità, come l’improvvisazione, provenienti sempre da quell’Uomo che non cambia, dalla preistoria ad oggi. Da aggiungersi infine il verbo “celebrare”, azione rituale collettiva, che ricorda e festeggia: da Lonigo alla biblioteca di San Bernardino a Trento, l’ottocentesimo anniversario della regola
francescana e da Norimberga (così da ricordare un territorio come il Trentino “ponte” tra due culture) l’Inno a San Vigilio. “Gaudio summo celebrare”, traduzione “festeggiare con grande gioia” il Santo patrono della nostra città. Annely Zeni
GAVINO MURGIA nuorese, inizia a suonare a dodici anni il sax alto. Grazie alla ben fornita discoteca del padre ha la possibilità di scoprire e di crescere ascoltando il jazz e la musica classica. A quindici anni inizia a suonare con vari gruppi pop e funky e a collaborare con alcune compagnie teatrali in Sardegna, frequenta i seminari di Paolo Fresu a Nuoro e da lì a poco parte per Siena dove partecipa all’Orchestra Giovanile Italiana di Jazz come primo sax tenore. Questa immersione nel mondo del Jazz gli consente di accrescere la propria esperienza e di conoscere tantissimi musicisti con i quali compie innumerevoli esperienze musicali in formazioni di ogni tipo: duo, trio, quartetto etc. La Sardegna con le sue profonde radici musicali è costantemente presente nel suo percorso sonoro. Il canto a Tenore nel ruolo di Bassu, praticato già in adolescenza e lo studio tradizio-nale delle Launeddas, si fondono nel tempo con la musica afroamericana trovando un percorso inedito e originale. Al sax Soprano e Tenore affianca anche il sax Baritono, Flauti e Duduk. Ha suonato e registrato tra gli altri con Rabih Abou Kalil, Bobby McFerrin, Michel Godard, G. Trovesi, Antonello
Salis, Mal Waldron, Djivan Gasparian, Araik Bakhtckian, Salvatore Bonafede, Pietro Tonolo, Paolo Fresu, Famoudou Don Moye, Roswell Rudd, Sainko Namtcylak, Bebo Ferra, Danilo Rea, Babà Sissokò, Badara Seck, Al di Meola, Paolo Angeli, Hamid Drake, Franck Tortiller, Luigi Cinque, Mauro Pagani, Gianna Nannini, Massimo Ranieri, Andrea Parodi, Vinicio Capossela, Piero Pelù, Piero Marras, Bertas, Tazenda, Luigi Lai, Elena Ledda, Solis String , NOA, Gil Dor, Zohar Fresco e molti altri. Ha suonato inoltre con vari gruppi italiani e stranieri nei tra gli altri in Francia, Finlandia, Norvegia, Svezia, Portogallo, Inghilterra, Germania, Spagna, Belgio, Austria, Polonia, Turkia e Marocco.
IL CORO DI AGGIUS “GALLETTO DI GALLURA” nasce verso la prima metà degli anni Settanta del secolo scorso sotto la direzione del famosissimo maestro di canto Gallurese, Salvatore Stangoni, nominato da Gabriele D’Annunzio: “Galletto di Gallura”, che con antica sapienza e paziente volontà, ammaestra una decina di giovani dai quali nasce poi il nucleo portante del coro. Attivissimo negli anni Settanta ed Ottanta, dopo la dipartita di Salvatore Stangoni viene diretto sino al 1992 da Leonardo Biosa e curato per la parte dei brani religiosi da Don Pierino Baltolu, partecipando alle più importanti manifestazioni che si tengono annualmente nell’isola e varcando più volte i confini regionali nazionali e internazionali. La tradizionale arte canora ad Aggius è stata ampiamente studiata in passato, e detiene la maggiore quantità di antiche e certificate registrazioni. Attualmente è stato sistemato su memoria elettronica digitale in una apposita area del museo etnografico del paese, quanto trovato nei vari archivi e la programmazione della più recente attività dei cori che si sono avvicendati negli ultimi due secoli. La partecipazione al teatro Quirino a Roma nel 1922, la lettera autografa di Gabriele d’annunzio, nel 1927, i film ad episodi del 1928-1932 Visioni di Sardegna di Gavino Gabriel, gli spettacoli teatrali “ci ragiono e canto”
con il premio Nobel Dario Fò, i dischi a 78 – 45 – 33 giri e altre registrazioni su bobina, donate dal folk studio di Roma, le registrazioni conservate presso l’accademia Santa Cecilia a Roma, raccolte nel libro “Musiche tradizionali di Aggius” sino alle ultime registrazioni digitali e televisive, compresa la partecipazione al Parlamento Europeo in occasione della cinquantennale seduta, la Messa tradizionale di Aggius, cantata nella basilica Papale di San Pietro a Roma in occasione del pellegrinaggio dei gruppi aderenti alla federazione italiana tradizioni popolari, il messaggio ricevuto da Papa Benedetto XVI° e stessa Messa cantata a Ns. Signora di Guadalupe a Città del Messico. La formazione attuale del coro debutta pubblicamente per la prima volta il 30 novembre 1982 e continua ancor oggi con i seguenti componenti: Giampiero Cannas Bozi; Gian Piero Leoni Tippi Contra e Falsittu; Antonio Leoni Tippi; Serafino Pirodda Contra; Martino Spezzigu Grossu – Bassu.
Il GRUPPO VOCALE LAURENCE FEININGER è nato nell’anno giubilare 2000 per valorizzare e far conoscere al pubblico l’immenso e trascurato repertorio sacro conservato nella celebre Biblioteca Musicale Laurence Feininger presso il Castello del Buonconsiglio di Trento, una delle maggiori biblioteche di musica liturgica esistenti al mondo. Oltre all’intensa attività concertistica e didattica (il Seminario internazionale Zelus domus tuae in onore di Laurence Feininger, dal 2008) in Italia e all’estero, il gruppo lavora per riportare il canto cristiano nel suo luogo naturale:
la liturgia di rito latino. Ha inciso sinora quattro CD (due di canto fratto italiano per conto del Progetto interuniversitario di rilevante interesse nazionale RAPHAEL), dal 2005 il gruppo collabora anche con Roberto Gini per la riproposizione di musiche monteverdiane (Vespri e Messe) con la ricostruzione di effettive liturgie in lingua latina; gli eventi, svoltosi in due edizione del Festival
Internazionale del Val di Noto – Magie Barocche, hanno visto anche la realizzazione di un DVD dal vivo e l’incisione di un CD per la casa discografica Dynamic Vesperae de Confessore, è uscita poi una nuova versione discografica in 3 CD dei Vespri della Beata Vergine di Monteverdi con le antifone e il proprium della Messa di santa Barbara in canto piano. Le novità ritmiche, melodiche e interpretative del canto liturgico tardo e periferico proposte dal gruppo dopo attento studio dei libri liturgici manoscritti e a stampa sono assolutamente inedite nel panorama delle incisioni e dei concerti dedicati al canto gregoriano e svelano un volto sinora nascosto del tesoro musicale della tradizione cattolica. Il Gruppo è formato da Salvatore de Salvo, Roberto Gianotti (direttore) e Marco Gozzi e fa parte del Centro di eccellenza Laurence Feininger (www.centrofeininger.eu).