festival

Mottetti per il Cardinal Madruzzo

Domenica 19 Giugno 2022 – Trento, Chiesa di San Francesco Saverio, ore 20.30 Sonntag, 19. Juni 2022 – Trient, Kirche San Francesco Saverio, 20.30 Uhr

Mottetti per il Cardinal Madruzzo

CAPPELLA RUPERTINA baroque ensemble

Maria Clara Maiztegui, Giulia Gabrielli, Anna Pellizzari: soprani

Marco Petrolli, contraltista; Haruyuki Hirai, tenore; Lorenzo Ziller, basso

Pietro Prosser, chitarrone; Eddy Serafini, arciliuto; Gioele Andreolli, organo

Guido Pellizzari, clavicembalo e concertazione

 

In collaborazione con/In Zusammenarbeit mit
Feste Vigiliane


LOCANDINA

PROGRAMMINO

PROGRAMMA

 

Sacri affetti: Roma 1625

Mottetti per il Cardinal Madruzzo*

GREGORIO ALLEGRI (1582-1652): Quasi libanus
DOMENICO BRUNETTI (XVII sec): Lux perpetua
PAOLO AGOSTINI (1583-1629): Preparate

GIROLAMO FRESCOBALDI (1583-1643): Canzon Prima à 2 Bassi

DOMENICO MAZZOCCHI (1592-1665):  Ecce Crucem Domini
GIROLAMO FRESCOBALDI: Jesu Rex admirabilis

Toccata Prima (Libro Primo)

OTTAVIO CATALANI (ca. 1560-1629):  Ave Virgo gratiosa
G.B. TREVISO (XVII sec.):  Confitemini Domino

ANONIMO (XVII sec.: fonte S-Uu Vok. Mus. I hs. 88): Cantate Domino

VIRGILIO MAZZOCCHI (1597-1646): Surge Amica mea
VINCENZO UGOLINI (1580-1638):  Elevatis manibus

LUIGI ROSSI (1597-1653): Passacaille Del Seig.r Louigi

CLAUDIO MONTEVERDI (1567-1643): Ego dormio
STEFANO BERNARDI (1580-1637): Dilectus meus

GIROLAMO FRESCOBALDI: Canzon Quarta à 2 Bassi

FRANCESCO SAMMARUCO (XVII sec.): Letanie della Beatissima Vergine

*Prima assoluta in epoca moderna

 

Note al programma

Il 1° ottobre 1639 il violista francese André Maugars, in visita a Roma, scrive al suo signore, il cardinale Richelieu, una lunga lettera in cui descrive fra l’altro lo stato della musica sacra nelle chiese romane di S. Pietro, S. Maria sopra Minerva e S. Marcello. Per il lettore di oggigiorno un’eccezionale panoramica sui nuovi stili e sulle nuove prassi nella musica italiana del tempo, con vivide e puntuali descrizioni della musica sacra, in particolare di quella policorale: “musica figurata con bellissimi cori ed assoli; fino ad otto cori, ognuno con un proprio positivo. Un soprano canta la propria parte, ad esso risponde il soprano di un altro coro, poi il soprano di un altro ancora. A volte alcune voci di diversi cori cantano assieme, poi i singoli cori cantano a turno in risposta l’uno all’altro. Altre volte due cori battono uno contro l’altro ed altri cori rispondono. Bellissimi canti, varietà ricercatissime, invenzioni eccellentissime. Mettiamoci la mano sulla coscienza, Signore”, insiste il musicista: “mi sembra che noi [francesi] non abbiamo voci che cantino in questo modo musica così difficile ed a prima vista senza mai sbagliare. Non cantano mai due volte uno stesso mottetto. Il più piacevole divertimento che si possa avere a Roma. Quanto alla musica strumentale è solitamente eseguita da un organo, un grande clavicembalo, una lira, due o tre violini, e due o tre arciliuti. Un arciliuto fa mille variazioni. Si sentono bellissime sinfonie, arie in misura di balletto suonate dai violini con organo e arciliuti. Ma soprattutto il grande Friscobaldi esegue mille sorti d’invenzioni sul suo clavicembalo mentre l’organo tiene la nota ferma”.

È questo l’ambiente musicale romano dei primi decenni del secolo XVII, anni in cui fiorisce una musica portatrice di nuovi effetti ed affetti, di codici così innovativi da spingere il passato rinascimentale verso un nuovo stile, il Barocco. In questo clima di grande stimolo al rinnovamento artistico l’oggi oscuro compositore romano Francesco Sammaruco compila nell’anno 1625 una raccolta di Mottetti dei più celebri musicisti operanti in S. Spirito in Saxia “Sacri Affetti contesti da diversi eccellentissimi autori”, in cui figurano composizioni vocali di Allegri, Bernardi, Frescobaldi, Landi, dei Mazzocchi, ecc., che spesso richiamano le smaglianti descrizioni di Maugars. Una raccolta impreziosita dalla presenza di un Mottetto – di cui la collezione è peraltro l’unica fonte – di un altro fuoriclasse dell’epoca, Claudio Monteverdi. Nell’ambito di questo Festival regionale di Musica Sacra di Trento e Bolzano è di particolare interesse il fatto che la pubblicazione venne dedicata da Sammaruco al cardinale e principe vescovo di Trento Carlo Gaudenzio Madruzzo. Il programma di concerto consiste in una selezione della raccolta, che viene eseguita qui in prima assoluta moderna, assieme a brani strumentali rinvenuti in stampe ed intavolature manoscritte di autori operanti in Roma nei primi decenni del 1600.

                                                                                  

                                                                                                                                  Guido Pellizzari

 

GUIDO PELLIZZARI, nato a Rovereto, dopo la laurea in Economia all’Università di Trento si è diplomato in Organo e composizione organistica al Conservatorio di Vicenza ed ha studiato Clavicembalo e tastiere storiche al Conservatorio di Trento.
Ha intrapreso gli studi di interpretazione della musica rinascimentale e barocca all’organo e al clavicembalo con lezioni e masterclass di Michel Chapuis, Ton Koopman, Patrizia Marisaldi, Tini Mathot e Luigi Ferdinando Tagliavini. Si è esibito in vari Paesi europei ed in Sud America ed è ospite di Festival nazionali ed internazionali d’organo e di musica antica, con un repertorio che si estende dalle composizioni rinascimentali a uno e due organi fino ai concerti del primo Classicismo per cembalo o organo ed orchestra con strumenti originali.
Collabora a vario titolo con diverse formazioni specializzate nell’esecuzione storicamente informata della musica preclassica. Svolge docenza privata in organo post diploma. Ha pubblicato cd, saggi ed edizioni musicali per Fonè, Brilliant Classic, Fondazione Museo Storico di Trento, Libreria Musicale Italiana.

 

L’ensemble barocco CAPPELLA RUPERTINA nasce a Rovereto nel 2015 su iniziativa di Guido Pellizzari allo scopo di riscoprire, eseguire e valorizzare la musica del Cinque-Seicento voluta da Paride Lodron, futuro principe vescovo di Salisburgo, per le messe e i vespri della Pieve di Santa Maria Assunta e della annessa Cappella di San Ruperto di Villa Lagarina. Si trattava di un corpus notevolissimo composto da centinaia di composizioni sacre vocali e strumentali raccolte in decine di libri di mottetti, messe, salmi, litanie e sonate, interamente perduti nel corso dei secoli e ritornati alla luce grazie alla ricerca musicologica e loro recupero presso altre istituzioni italiane. La Cappella Rupertina, nell’intento di dare nuovamente voce a questi e altri gioielli musicali, sceglie la cosiddetta esecuzione storicamente informata, utilizzando gli strumenti o le copie di strumenti antichi e avvalendosi di musicisti specializzati nell’interpretazione delle partiture secondo i criteri prescritti dai trattati dell’epoca.