festival

PAULUS SARTORIUS NORIMBERGENSIS

Venerdì 6 maggio 2022 – Hofkirche Innsbruck, ore 19.00.
Sabato 7 maggio 2022 – Bressanone, Cattedrale, ore 18.00

Freitag, 6. Mai 2022 – Hofkirche Innsbruck, 19.00 Uhr
Samstag, 7 Mai 2022 – Brixen 20.00 Uhr, Dom, 18.00 Uhr

PAULUS SARTORIUS NORIMBERGENSIS

Sakralmusik des Innsbrucker Hoforganisten Paul Sartorius (1569–1609)

Musica sacra dell’organista di corte di Innsbruck Paul Sartorius (1569-1609)

MARINI CONSORT INNSBRUCK
direttore, Bernd Fröhlich, Leitung

PAULUS SARTORIUS NORIMBERGENSIS

Musica sacra dell’organista di corte di Innsbruck Paul Sartorius (1569-1609)

 

MARINI CONSORT INNSBRUCK

Bernd Fröhlich, direttore

 

PROGRAMMA

 

Opere di Paul Sartorius (1559-1602) da:

“Missae tres octonis vocibus decantandae […]”, Monaco: Adam Berg, 1599/1600 *

“Sacrae cantiones sive motecta, senis, septenis, octonis, denis et duodenis vocibus canendae, atque instrumentis pro ecclesiarum & festorum quorundam commoditate, accommodande […]”, Venezia: Angelo Gardano, 1602 **

 

Opere di Johann Stadlmayr (ca. 1575-1648) da:

“Antiphonae vespertinae […]”, Innsbruck: Johann Gäch, 1636 ***

“Hymni quibus totius anni […]”, Innsbruck: Johann Gäch, 1628, 2a edizione Innsbruck: Michael Wagner,1655 ****

“Apparatus musicus sacrarum cantionum […]”, Innsbruck: Michael Wagner, 1645 *****

 

Paul Sartorius, Alleluia. Surrexit Dominus à 12 **
Paul Sartorius, Kyrie & Gloria dalla Missa “Laudate Dominum” à 8 *
Johann Stadlmayr, Regina coeli à 2 ***
Paul Sartorius, Exultata est hodie à 7 *
Paul Sartorius, Credo dalla Missa “Laudate Dominum” à 8 *
Paul Sartorius, Maria Maddalena à 8 **
Paul Sartorius, Sanctus & Benedictus dalla Missa “Laudate Dominum” à 8 *
Paul Sartorius, Repleti sunt omnes à 8 **
Paul Sartorius, Agnus Dei dalla Missa “Laudate Dominum” à 8 *
Johann Stadlmayr, Inno Veni creator à 4
Annibale Padovano, Toccata sexti toni da: “Toccate et Ricercare D’Organo. del eccellentissimo […]”, Venezia 1621
Johann Stadlmayr, Dum complerentur à 12 *****
Paul Sartorius: Spiritus Domini à 10 **

In collaborazione con/In Zusammenarbeit mit der

Initiative Musik und Kirche Brixen
e Tiroler Landesmuseen

Paul Sartorius e la musica di corte a Innsbruck sotto l’arciduca Massimiliano III il Maestro dell’Ordine Teutonico

Il focus di questo concerto è incentrato su un importante compositore del tardo Rinascimento alle cui composizioni, per la prima volta ai nostri giorni, rendiamo adeguato omaggio strappandole all’oblio. Paul Sartorius fu organista alla corte del sovrano tirolese Massimiliano III, che fu soprannominato “il Maestro Teutonico” per la sua funzione di Gran Maestro dell’Ordine Teutonico.

Come figlio dell’imperatore Massimiliano II, l’arciduca Massimiliano III crebbe in un ambiente amante della musica. La musica era onnipresente a corte; nel corso delle funzioni liturgiche della corte si ascoltava la polifonia vocale franco-fiamminga. Alla corte imperiale sotto i successori di Massimiliano, Rodolfo e Mattia, gli “olandesi” mantenevano posizioni di rilievo, ed erano principalmente attivi come cantanti. Seguendo l’esempio di suo padre, l’imperatore Massimiliano II diede ai suoi figli una buona educazione musicale sostenuto in questo anche dalla moglie Maria, del ramo spagnolo degli Asburgo. I maestri di Massimiliano furono Georg Flori (c. 1555 – dopo il 1599), basso e vice maestro di cappella della corte dell’arciduca Ferdinando a Innsbruck, zio di Massimiliano, e Alard du Gaucquier (c. 1534 – c. 1582) che ricoprì ad interim la carica di maestro di cappella alla corte imperiale dopo la morte di Vaet e come vice maestro di cappella quando de Monte divenne maestro di cappella.

Anche se Massimiliano fu educato in modo rigorosamente cattolico per volere della madre diventando in questo modo un sostenitore dei “Vecchi Credenti” e della Controriforma, non fu mai così implacabile nel suo zelo religioso come, per esempio, il successivo imperatore Ferdinando II, di cui per qualche tempo l’arciduca Massimiliano fu il tutore. L’atmosfera liberale della corte di suo padre, fortemente influenzata dallo spirito dell’umanesimo e incline al protestantesimo, ebbe senz’altro un’influenza sulla sua formazione. Non c’è dubbio che gli Asburgo attribuivano un ruolo centrale alla musica e al teatro nelle loro azione controriformistica, così come non c’è dubbio che una nutrita cappella musicale aumentava il prestigio principesco e corrispondeva al bisogno di rappresentanza della casa arciducale. L’indirizzo musicale dell’arciduca Massimiliano III fu certamente influenzato in modo significativo nel periodo in cui tenne la reggenza dell’Austria centrale per conto dell’ancora minorenne Ferdinando II, figlio di suo fratello Carlo. Graz, come si è già detto, era il luogo musicalmente più evoluto della corte asburgica: qui gli italiani occupavano posizioni di primo piano da quando Annibale Padovano fu assunto in servizio, anche come strumentisti e quindi come membri non ecclesiastici della musica di corte che prestavano servizio nella cappella di corte in qualità di cantanti come era consuetudine fino ad allora. Durante il periodo di permanenza di Massimiliano a Graz, maestro di cappella fu il veneziano Simone Gatto, in origine trombonista.

Subito dopo la sua nomina a Gran Maestro dell’Ordine Teutonico nel 1585, Massimiliano istituì una cappella musicale nella sua residenza di Mergentheim, che fu diretta da un olandese, Ägidius Bassengius (Bassenge) di Liegi, in ossequio alla tradizione più antica e all’esempio di suo padre. A partire dal 1594 nella cappella musicale di Massimiliano assieme all’organista Paul Sartorius operò un eminente compositore. Seguì il suo signore a Innsbruck nel 1602, dove Massimiliano regnò sul Tirolo e sul Vorland fino alla sua morte avvenuta nel 1618. Fino all’assunzione in servizio di Johann Stadlmayr nel 1607, Paul Sartorius fu il compositore più importante della cappella musicale dell’arciduca Massimiliano, Maestro dell’Ordine Teutonico; alcuni maestri di cappella, come Johann Pettauer e Johann de Fossa, probabilmente non composero opere proprie. Paul Sartorius, originario di Norimberga, fu invece allievo del sudtirolese Leonhard Lechner attivo a Norimberga. Nella dedica dei suoi “Neue teutschen Liedlein nach Art der welschen Canzonette” (Norimberga, Paul Kauffmann, 1601) ai consiglieri di Norimberga Ernst Haller von Hallerstein e Carl Tetzel von Kirchenittenbach, Sartorius dichiara che in Italia aveva fatto anche “studi di musica poetica con autori e compositori famosi”. Poiché nella prima delle sue Missae tres octonis vocibus decantandae (Monaco, Adam Berg, stampato nel 1599 o 1600) si avvalse del mottetto a doppio coro Jubilate Deo di Ruggiero Giovannelli, maestro della cappella pontificia e allievo di Palestrina, si presume a ragione che Sartorius abbia studiato con questo famoso maestro romano.

Sartorius nelle sue messe e mottetti segue il modello della scuola di Palestrina, ma si mostra aperto anche alle innovazioni musicali. Nella terza Messa della raccolta pubblicata a Monaco nel 1600 e dedicata al suo signore l’arciduca Massimiliano, adattò la villotta in sei parti “O bella o bianca”, n. 18 dalla silloge di Orazio Vecchi “Selva di Varia Ricreatione […]”, Venezia: Angelo Gardano, 1590. Questo testimonia il suo interesse per uno dei più famosi maestri italiani di villanelle, che – insieme al suo maestro Lechner e al suo collega di Norimberga Hassler – può essere servito come fonte di ispirazione per le sue già citate “Neue teutschen Liedlein” che, in accordo con il gusto dell’epoca, seguono dal punto di vista della tecnica compositiva e della forma musicale la maniera delle villanelle dal semplice taglio popolaresco, spesso testualmente rustiche o frivole. Nel 1600 l’editore veneziano Angelo Gardano pubblicò un libro di madrigali di Sartorius (“Madrigali a cinque voci […] libro primo”). Il compositore seguì così l’esempio di molti suoi compatrioti e pubblicò composizioni madrigalistiche nella città lagunare come una sorta di “biglietto da visita musicale”. Nel 1601, lo stesso anno dei “Neue teutschen Liedlein”, furono pubblicati a Norimberga da Paul Kauffmann anche i “Sonetti spirituali” di Paul Sartorius, cioè madrigali sacri, e un anno dopo, sempre a Venezia, furono pubblicate da Angelo Gardano le “Sacrae cantiones sive motecta, senis, septenis, octonis, denis et duodenis vocibus canendae, atque instrumentis pro ecclesiarum & festorum quorundam commoditate, accommodande”. La raccolta a stampa senza dubbio più rappresentativa delle composizioni di Sartorius è nuovamente dedicata all’arciduca Massimiliano e contiene 24 mottetti polifonici a 6, 7, 8, 10 e 12 voci. In queste composizioni che prevedono organici più grandi Sartorius fa uso delle possibilità offerte dalla polifonia, come era in voga in tutta Europa intorno al 1600.

Nel nostro concerto, abbiamo raggruppato le opere di Sartorius e del suo collega di Innsbruck Johann Stadlmayr in una successione paraliturgica che, in conformità al periodo liturgico, fanno riferimento alle festività della Pasqua e della Pentecoste.

Paul Sartorius und die Musik am Innsbrucker Hof unter Erzherzog Maximilian III. dem Deutschmeister

Im Mittelpunkt dieses Konzertes steht eine bedeutende Komponistenpersönlichkeit der Spätrenaissance, deren Werke wir erstmals in neuerer Zeit angemessen würdigen und dem Vergessen entreißen: Paul Sartorius war Organist am Hof des Tiroler Landesfürsten Maximilian III., der aufgrund seiner Funktion als Hochmeister des Deutschen Ordens den Beinamen „der Deutschmeister“ erhielt.

Als Sohn Kaiser Maximilians II. wuchs Erzherzog Maximilian III. in einem musikaffinen Milieu auf. Musik war bei Hof omnipräsent; im Rahmen der Hofgottesdienste erklang das Repertoire der frankoflämischen Vokalpolyphonie. Die „Niederländer“ bekleideten am Kaiserhof noch unter Maximilians Nachfolgern Rudolf und Matthias die Führungspositionen und waren vor allem als Sänger tätig. Nach dem Vorbild seines Vaters ließ Kaiser Maximilian II. seinen Kindern eine gute musikalische Ausbildung zukommen; auch seine Frau Maria, eine spanische Habsburgerin, unterstützte dies. Maximilian Lehrer waren Georg Flori (um 1555 – nach 1599), Bassist und Vizekapellmeister am Hof von Maximilians Onkel Erzherzog Ferdinand in Innsbruck, und Alard du Gaucquier (ca. 1534 – ca. 1582), der nach Vaets Tod interimistisch das Kapellmeisteramt am Kaiserhof innehatte und unter de Monte als Vizekapellmeister amtierte.

 

Auch wenn Maximilian auf Betreiben seiner Mutter streng katholisch und somit zu einem Parteigänger der „Altgläubigen“ und Verfechter der Gegenreformation erzogen wurde, war er in seinem Glaubenseifer nie so unerbittlich wie zum Beispiel der durch seine jesuitische Ausbildung geprägte spätere Kaiser Ferdinand II., dessen Vormundschaft Erzherzog Maximilian einige Zeit inne hatte. Hier mag die liberale und stark vom Geist des Humanismus geprägte Atmosphäre des Hofes seines dem Protestantismus zugeneigten Vaters prägend gewesen sein. Dass die Habsburger der Musik und dem Theater eine zentrale Rolle in ihren gegenreformatorischen Aktivitäten zumaßen, steht außer Zweifel, ebenso, dass eine wohlbestallte Kapelle fürstliches Prestige vermehrte und dem Repräsentationsbedürfnis des Erzhauses entsprach. Nicht unwesentlich für die musikalische Prägung Erzherzog Maximilians III. dürften die Eindrücke gewesen sein, die er als Regent in Innerösterreich für den noch unmündigen Ferdinand II., den Sohn seines Bruders Karl, sammeln konnte. Graz war, wie bereits erwähnt, der musikalisch fortschrittlichste habsburgische Hof: Hier waren seit dem Amtsantritt von Annibale Padovano Italiener in führenden Positionen tätig, zudem Instrumentalisten und somit Angehörige der Hofmusik, nicht wie bis dahin üblich Geistliche, die als Sänger in der Hofkapelle dienten. In Maximilians Grazer Zeit wirkte der Venezianer Simone Gatto als Kapellmeister, ursprünglich ein Posaunist.

 

Maximilian hatte schon unmittelbar nach seiner Ernennung zum Hochmeister des Deutschen Ordens 1585 in seiner Residenz Mergentheim eine eigene Kapelle formiert, deren Leitung gemäß der älteren Tradition und dem Vorbild seines Vaters ein Niederländer übernahm, Ägidius Bassengius (Bassenge) aus Lüttich. Ab 1594 wirkte in Maximilians Kapelle mit dem Organisten Paul Sartorius ein profilierter Komponist. Er folgte seinem Dienstherrn 1602 nach Innsbruck, wo Maximilian fortan bis zu seinem Tod 1618 als Landesfürst über Tirol und die Vorlande herrschte. Bis zum Amtsantritt Johann Stadlmayrs im Jahr 1607 war Paul Sartorius der profilierteste Komponist in den Reihen der Kapelle von Erzherzog Maximilian dem Deutschmeister; einige Kapellmeister wie etwa Johann Pettauer und Johann de Fossa traten vermutlich überhaupt nicht mit eigenen Werken hervor. Der gebürtige Nürnberger Paul Sartorius hingegen war ein Schüler des in Nürnberg wirkenden Südtirolers Leonhard Lechner. In der Widmung seiner „Neuen teutschen Liedlein nach Art der welschen Canzonette“ (Nürnberg: Paul Kauffmann, 1601) an die Nürnberger Ratsherrn Ernst Haller von Hallerstein und Carl Tetzel von Kirchenittenbach gibt Sartorius an, er habe zudem „in Italia bey berühmten Authoren und Componisten, in Musica Poëtica gestudirt“. Da er in der ersten seiner „Missae tres octonis vocibus decantandae“ (München, Adam Berg, mit Druckdatum 1599 oder 1600 überliefert) die doppelchörige Motette „Jubilate Deo“ des päpstlichen Kapellmeisters und Palestrina-Schülers Ruggiero Giovannelli verwendete, wurde wohl zu Recht eine Schülerschaft von Sartorius bei diesem berühmten römischen Meister vermutet.

 

Sartorius folgt in seinen Messen und Motetten dem Vorbild der Palestrina-Schule, zeigt sich aber auch offen für musikalische Innovationen. In der dritten Messe aus der 1600 in München publizierten, seinem Dienstherr Erzherzog Maximilian gewidmeten Sammlung verarbeitete er die sechsstimmige Villotta „O bella o bianca“, die Nr. 18 aus Orazio Vecchis Sammlung „Selva di Varia Ricreatione […]“, Venedig: Angelo Gardano, 1590. Das bezeugt sein Interesse an einem der berühmtesten italienischen Villanellen-Meister, der ihm – nebst seinem Lehrer Lechner und seinem Nürnberger Kollegen Hassler – als Anregung für seine bereits genannten „Neuen teutschen Liedlein“ gedient haben dürfte, die ganz nach dem Geschmack der Zeit in Satz und musikalischem Anspruch der Manier der volkstümlich schlichten, textlich oft rustikalen bis frivolen Villanellen folgen. 1600 publizierte der venezianische Verleger Angelo Gardano ein Madrigalbuch von Sartorius („Madrigali a cinque voci […] libro primo“). Der Komponist folgte damit dem Vorbild vieler seiner Landsleute und veröffentlicht in der Lagunenstadt Madrigalkompositionen als eine Art „musikalische Visitenkarte“. 1601, im selben Jahr wie die „Neuen teutschen Liedlein“, erschienen ebenfalls bei Paul Kauffmann in Nürnberg „Sonetti spirituali“ von Paul Sartorius, also geistliche Madrigalkompositionen, ein Jahr später wiederum in Venedig bei Angelo Gardano die „Sacrae cantiones sive motecta, senis, septenis, octonis, denis et duodenis vocibus canendae, atque instrumentis pro ecclesiarum & festorum quorundam commoditate, accommodande“. Die zweifellos repräsentativste Drucksammlung mit Kompositionen von Sartorius ist wiederum Erzherzog Maximilian gewidmet und enthält 24 kunstvoll polyphon gearbeitete Motetten zu 6, 7, 8, 10 und 12 Stimmen. Hier nutzt Sartorius in den größer besetzten Werken die Möglichkeiten der Mehrchörigkeit, wie sie um 1600 europaweit en vogue war.

 

Wir haben in unserem Konzert Werke von Sartorius und seinem Innsbrucker Kollegen Johann Stadlmayr zu einer quasi liturgischen Programmabfolge gruppiert, die – passend zur Jahreszeit – um die Feste Ostern und Pfingsten kreist.

 

Franz Gratl

 

MARINI CONSORT INNSBRUCK

Soprano, Sabine Lutzenberger, Franz Vizthum, Sopran
Contralto e direzione, Bernd Fröhlich, Alt und Leitung
Tenore, Hermann Oswald, Wilfried Rogl, Tenor
Basso, Clemens Kölbl, Martin Senfter, Bass
Cornetto e flauto, Matthijs Lunenburg, Zink und Flöte
Cornetto, Tenore, Bethany Chidgey, Zink, Tenorzink
Tromboni, Norbert Salvenmoser, Cas Gevers, Fritz Joast, Georg Pranger, Posaunen
Arpa, Reinhild Waldek,Harfe
Violone, Alexandra Lechner, Violone
Tiorba, Hubert Hoffmann, Theorbe
Colascione, Johannes Giesinger, Colascione
Organo, Lukas Außerdorfer, Orgel

 

Il Marini Consort Innsbruck, fondato nel 1998, è specializzato nell’esecuzione di opere rinascimentali e del primo barocco. Oltre alla musica delle cappelle di corte di Innsbruck, Graz e Vienna, esegue principalmente opere della scuola veneziana. L’assetto variabile degli organici che includono violini, cornetti, tromboni, flauti supportati da un ricco basso continuo comprendente organo, arpa tripla, arciliuto, viola da gamba e violoncello, permette di realizzare programmi che vanno dalla più raffinata musica da camera a grandi opere policorali. L’uso di strumenti originali o di copie è un’esigenza imprescindibile a cui il Marini Consort Innsbruck conferisce un’impronta sonora inconfondibile. I progetti spesso comportano la collaborazione con cantanti solisti o con cori. I concerti tenuti in questi ultimi 20 anni a Salisburgo, Trento, Millstatt, Città del Capo, San Gallo e, naturalmente, nel Nord, Est e Sud Tirolo, hanno maturato una grande esperienza. Una menzione particolare merita la collaborazione pluriennale con Musik+ e il Festival di Pasqua del Tirolo. Rispondendo ad una pressante richiesta, il Marini Consort Innsbruck organizza anche progetti di musica barocca e classica con programmi comprendenti la Messa in Do minore di Wolfgang Amadeus Mozart, il Requiem di Michael Haydn e le grandi messe di Jan Dismas Zelenka. Nei concerti di grandi dimensioni l’ensemble si avvale della collaborazione di direttori sia locali che internazionali.

Das im Jahre 1998 gegründete Marini Consort Innsbruck spezialisierte sich auf die Aufführung von Werken der Renaissance und des Frühbarock. Neben Musik aus der Innsbrucker, Grazer und Wiener Hofkapelle werden hauptsächlich Werke der venezianischen Schule musiziert. In variablen Besetzungen mit Instrumenten wie Violinen, Zinken, Posaunen, Flöten gestützt durch eine reichhaltige Basso continuo-Besetzung mit Orgel, Trippelharfe, Erzlaute, Gambe und Cello, können Programme der feinsten Kammermusik bis hin zu den großen mehrchörigen Werken realisiert  werden. Die Verwendung von Originalinstrumenten oder deren Kopien ist eine Selbstverständlichkeit, die das Marini Consort Innsbruck zu seinem typischen Klangbild formt. Oft wird bei Projekten auch mit Gesangsolisten oder Chören zusammengearbeitet. Bei Konzerten wie z. B. in Salzburg, Trient, Millstatt, Kapstadt, St. Gallen und natürlich in Nord-, Ost- und Südtirol hat man in den letzten 20 Jahren viel Erfahrung sammeln dürfen. Hier ist  besonders die jahrelange Zusammenarbeit mit Musik+ und dem Osterfestival Tirol zu erwähnen. Auf vielfachen Wunsch organisiert das Marini Consort Innsbruck auch Projekte des Barock und der Klassik. Auf dem Programm standen z. B. die c-Moll Messe von Wolfgang Amadeus Mozart oder das Requiem von Michael Haydn und auch die großen Messen von Jan Dismas Zelenka. Bei den Auftritten in vergrößerter Dimension wird mit heimischen und internationalen Konzertmeister*innen gearbeitet.