festival

IL CANTO ALLA VERGINE

→ PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA PER IL CONCERTO DI TRENTO
Entrata con green pass.

Sabato 4 dicembre 2021, Bolzano, Duomo – ore 20.00
Domenica 5 dicembre 2021, Trento, Basilica di S. Maria Maggiore – ore 16.30
Domenica 12 dicembre 2021, Pordenone, Duomo – ore 20.45
Samstag, 4. Dezember 2021, Bozen, Dom – 20.00 Uhr
Sonntag, 5. Dezember 2021, Trient, S. Maria Maggiore – 16.30 Uhr
Sonntag, 12. Dezember 2021, Pordenone, Dom – 20.45 Uhr
 

IL CANTO ALLA VERGINE
Dante e Jacopone in musica oggi

Coro Cœnobium Vocale
Maria Dal Bianco, direttore
Cecilia Bernini, mezzosoprano
Francesco Lovato, viola
Massimiliano Raschietti, organo
Fabio Dalla Vecchia, percussioni

Antonio Maria Fracchetti (1991)
Inno alla Vergine
per coro maschile, timpani e organo
Dante Alighieri, Paradiso, Canto XXXIII 1-21
Prima esecuzione assoluta
Opera commissionata dal Festival

Mathias Johannes Schmidhammer (1991)
Preghiera alla Vergine
per coro maschile, timpani e organo
Dante Alighieri, Paradiso, Canto XXXIII 1-21
Prima esecuzione assoluta
Opera commissionata dal Festival

Daniele Zanettovich (1950)
Stabat Mater
per mezzosoprano, coro virile, viola e organo

Note al programma

 

L’Inno alla Vergine per coro maschile, organo e timpani è una composizione basata sui versi 1-39 del canto XXXIII del Paradiso, testo di alta devozione che Dante Alighieri affida alla voce di San Bernardo da Chiaravalle, sua guida nell’ultima parte del viaggio descritto nella Commedia. Composto nel gennaio del 2021 il brano utilizza l’orazione dantesca per cinque volte consecutive, alternando momenti di canto a momenti di recitazione. Durante il processo compositivo grande cura è stata rivolta all’intelligibilità del testo attraverso la ripetizione modulare dei versi danteschi che consente all’ascoltatore di comprendere il loro significato e di familiarizzare progressivamente col contenuto profondo della preghiera. Il ritmo della musica infatti coincide all’inizio con quello del testo, ma successivamente se ne svincola per dar vita a sospensioni temporali di elevata intensità espressiva. Avvicinandosi alla conclusione i versi scorrono incrociandosi ancor prima di giungere a compimento creando suggestive sovrapposizioni musicali. Ne deriva un aumento della tensione dovuto al particolare trattamento del testo che culmina con la riproduzione dei soli elementi essenziali dei versi privi di congiunzioni e di parole accessorie. La preghiera nella sua interezza riprende il dovuto valore alla fine con una fuga recitata del solo testo poetico. Dal punto di vista armonico, la scrittura utilizza un linguaggio pandiatonico, portato avanti da un ostinato di accordi affidato all’organo col supporto dei timpani. La scrittura vocale impiega alcuni effetti contemporanei come la recitazione sovrapposta al canto e l’alternarsi delle sillabe di una parola tra voci diverse. (Antonio Maria Fracchetti)

 

Come compositore, come affronti il ​​compito di musicare uno dei testi più importanti della letteratura italiana, a cui è associato anche un celebre allestimento di Giuseppe Verdi? In Preghiera alla Vergine, ho cercato di riflettere completamente sullo stato d’animo che prevale nel Paradiso di Dante Alighieri. Accordi lunghi, spesso molto consonanti nelle voci hanno molto spazio per dispiegarsi e rappresentano quindi la vastità e l’infinito che Dante descrive nel Paradiso. Il coro non canta un testo, ma lascia che l’ascoltatore sprofondi nel suono delle armonie attraverso il passaggio tra le singole vocali. All’inizio l’organo suona solo alcuni passaggi, che nel corso dell’opera si espandono sempre più in figure virtuosistiche e scintillanti, ispirandosi al movimento degli spiriti beati e degli angeli. I suoni scuri dei pedali dell’organo e del basso sembrano un lontano ricordo del fatto che Dante abbia dovuto attraversare l’Inferno e il Purgatorio per vedere la gloria del Paradiso. Alla fine, viene citato il testo di Dante: parlato, non cantato, per non falsificare la bellezza, la purezza e il carattere retorico del testo. (Mathias Johannes Schmidhammer)

 

Con lo Stabat Mater nella prima versione per mezzosoprano, coro virile, viola e organo, ultimato nel 2002, Daniele Zanettovich ha voluto abbracciare l’inconsueta dimensione del sacro nella sua più solenne e spaziata gestualità. Avendo da tempo collaudato un caratteristico e funzionale linguaggio corale distillando dai nuclei genetici della polifonia modale e tonale procedimenti prevalentemente omoritimici organizzati accordalmente secondo progressioni modulanti su cui tessere disegni melodici con procedimenti di tradizione tardoromantica francese e italiana. Né manca l’incontro, quale matrice costitutiva, con la monodia medievale, arcano simbolo della tradizione musicale cattolica. I richiami espliciti a quella tradizione, fedelmente estrapolati dall’edizione solesmense del componimento melodica in primo modo che accompagna la sequenza , anticamente recitata  durante il Festum Septem Dolorum Beatae Mariae Virginis, affiorano a tratto dal sobrio e trasparente tessuto strumentale  della partitura, il cui apporto timbrico “brahmsiano”, scuro e pastoso, aderisce al contenuto  testuale cruento e passionale  delle 20 terzine che il compositore ha voluto rispettare nella scansione formale dell’imponente lavoro. (David Giovanni Leonardi)

Coenobium Vocale è un gruppo corale maschile, impegnato in attività concertistica, nella ricerca e nell’interpretazione di repertori appartenenti a vari stili ed epoche storico-musicali. Si è affermato in numerosi concorsi corali nazionali e internazionali con primi premi e Gran premi nazionali. Nella sua intensa attività artistica concertistica il Coro è stato invitato a tenere concerti in numerose città italiane, oltre che in Francia, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna e Svizzera. Collabora frequentemente, nell’ambito di stagioni concertistiche, con enti e associazioni culturali e ha collaborato con importanti nomi della cultura e del teatro italiano.

Una parte significativa dell’attività artistica è raccolta in alcuni lavori discografici: Musica Dei donum (1996), Lux fulgebit (2002), Pio X – la sua musica (2003), Saverio Mercadante, Musica Sacra e Stile operistico (Tactus, 2004), Cantate (2007), Spatium (2012), Confini (2015), Maestri del Cinquecento (2018). 

 

Maria Dal Bianco ha studiato con i maestri Renzo Buja e Antonio Zanon. È diplomata in Composizione, in Organo e composizione organistica, in Musica corale e direzione di coro, in Prepolifonia, ha studiato ai conservatori di Vicenza, Verona e Venezia. Ha frequentato corsi di perfezionamento in organo in prassi esecutiva rinascimentale e barocca, in canto gregoriano con Luigi Agustoni, Nino Albarosa, Domenico Olivo Damini, Fulvio Rampi, Johannes Berchmans Gösch e Dom Daniel Saulnier; in vocalità con Stephen Woodbory e Alfredo Grandini. Già docente al Conservatorio di Cagliari, Bari, Torino e Brescia, insegna Pratica organistica, Modalità e canto gregoriano al Conservatorio «Cesare Pollini» di Padova. Ha svolto attività concertistica come organista e ha collaborato con gruppi strumentali e vocali. Dirige, fin dalla fondazione, il Cœnobium Vocale. È frequentemente invitata a far parte di giurie in concorsi corali e di composizione nazionali ed internazionali.

 

Cecilia Bernini. Dopo la laurea con lode in biotecnologie all’Università di Pavia, ha intrapreso lo studio del canto lirico e si è diplomata presso l’Istituto musicale “F.Vittadini” di Pavia sotto la guida del M°Fernando Cordeiro Opa. Debutta come terza dama in Die Zauberflöte di W.A. Mozart al Teatro Marrucino di Chieti nel 2013 e come seconda dama all’Opera di Firenze nel 2017 per Operalombardia/As.li.Co. interpreta Cherubino ne Le nozze di Figaro, Hermia in AMidsummer Night’s Dream di B. Britten, Zaida ne Il Turco in Italia; è inoltre Rosina ne Il Barbiere di Siviglia al Teatro Maggiore di Verbania. Debutta al Festival Verdi nello Stiffelio con la regia di G. Vick ed al Teatro Regio di Parma come cover del ruolo di Sara nel Roberto Devereux di G.Donizetti Molto attiva in ambito concertistico, interpreta il ruolo di Arsace/Demetrio nel Demetrio di Mysliveček (in prima assoluta al Teatro Fraschini in forma di concerto); è solista ne la Petite Messe Solennelle di G.Rossini al Teatro lirico di Cagliari e al Teatro Bibiena di Mantova, nel Sogno di una notte di mezza estate di F.Mendelssohn al Piccolo Festival del Friuli e nello Stabat Mater di Vivaldi con I solisti di Cremona. Incide la prima esecuzione moderna dei mottetti sacri di J.A.Hasse per contralto, uscita con la rivista “Amadeus” nel novembre 2013.Attiva anche nel repertorio contemporaneo, ha cantato nelle opere Milo, Maya e il giro delmondo e Alice nel paese delle meraviglie di M. Franceschini, prime assolute italiane presentate al Teatro Sociale di Como, al Regio di Parma ed al Teatro Sociale di Trento con l’orchestra Haydn (stagione 2019/2020)

 

Francesco Lovato Musicista versatile e camerista poliedrico, svolge una attività che spazia dal barocco sugli strumenti originali al grande repertorio romantico e contemporaneo, sia come violinista che violista.  Con la Venice Baroque Orchestra, anche in veste solistica, ha calcato i palcoscenici più prestigiosi al mondo, Molte le registrazioni discografiche con Sony, Deutsche Grammophon ed Erato, assieme a grandi solisti. Collabora come prima viola con i gruppi barocchi Opera Stravagante e Il Pomo d’Oro.  Ha fondato il VenEthos Ensemble, quartetto d’archi che propone una lettura filologica del repertorio barocco e classico su strumenti originali, esibendosi in Italia e all’estero assieme a A. Marcon e G. Carmignola. Viene invitato regolarmente dai festival di musica da camera ed ha collaborato come solista con numerose orchestre È vincitore assoluto del Concorso Internazionale di Musica da Camera “G. Rospigliosi” 2013.Si dedica con passione alla musica contemporanea, ha eseguito in prima assoluta numerosi brani di Claudio Ambrosini, Michele Dall’Ongaro, Ivan Fedele, Alessandro Solbiati, registrando per Stradivarius, assieme all’Ex Novo Ensemble di Venezia. Nato in una famiglia di musicisti, si è diplomato in violino e in viola con il massimo dei voti presso i Conservatori di Venezia e Udine. É docente presso il Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria e la Fondazione Musicale S. Cecilia di Portogruaro. Dal 2017 è Artista CIDIM. Suona un violino A. Indri costruito a Venezia nel 1810, e una viola F. Simeoni del 2016.

 

Fabio Dalla Vecchia ha studiato pianoforte e strumenti a percussione. Collabora come percussionista con vari gruppi strumentali. È docente di acustica alla Scuola di Musicoterapia dell’Associazione In Arte Salus. Canta nel Coenobium Vocale e assieme ad Alessandro Parise accompagna il coro anche con percussioni storiche, nel repertorio medievale.

Massimiliano Raschietti ha studiato Organo e Composizione organistica con Antonio Cozza al Conservatorio di Vicenza. Successivamente ha approfondito gli studi di musica antica e prassi esecutive studiando Organo e Clavicembalo con Jean-Claude Zehnder e Basso Continuo e Musica da camera con Jesper Christensen diplomandosi presso la Schola Cantorum Basiliensis di Basilea.

Più volte finalista e vincitore di concorsi organistici internazionali (Lucerna, Innsbruck, Freiberg e Borca), ha tenuto concerti in quasi tutta Europa, Sud America (Argentina, Brasile e Uruguay) e Giappone (Tokyo, Musashino Cultural Foundation). Ha collaborato a diverse produzioni di opere e oratori del periodo barocco,registrazioni discografiche (Sony, Deutsch-Grammphon) e numerosi concerti di musica da camera. Diverse sono le registrazioni radiofoniche (DRS-Svizzera e Radio France) e discografiche di musica organistica e da camera (Symphonia, Orf Alte Musik, Zig-Zag Territoires) che ha realizzato. Ha tenuto seminari e corsi d’interpretazione presso riconosciute Accademie, Conservatori e Università Dal 1998 al 2009 ha insegnato come docente di Clavicembalo e Basso Continuo presso la Hochschule di Lucerna e dal 2006 è docente di Organo e Composizione organistica al Conservatorio di Verona.

 

Antonio Maria Fracchetti è pianista, compositore e docente di pianoforte. Nasce a Trento nel 1991, ma ancora in tenera età segue la famiglia in Germania dove inizia precocemente lo studio dell’organo e del pianoforte sotto la guida del maestro Thomas Schild.Rientra in Trentino nel 2001 e prosegue lo studio del pianoforte presso il Conservatorio di Trento “F. A. Bonporti”.Dopo un periodo di studio trascorso a Salisburgo all’Universität Mozarteum sotto la guida del professor Imre Rohmann, rientra a Trento dove si laurea al Conservatorio della città in pianoforte a indirizzo concertistico con 110 e lode discutendo una tesi sui pianisti compositori.Ha studiato composizione presso il conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento con Nicola Straffelini e Cosimo Colazzo, a Roma presso l’accademia “Saint Louis” con Gianluca Podio, dove ha conseguito con successo un master di primo livello in Film Scoring.Dal 2015 insegna pianoforte presso il Liceo “F. A. Bonporti” di Trento.

 

Mathias Johannes Schmidhammer (*1991) Mathias Johannes Schmidhammer (* 1991) ha studiato composizione e pedagogia del pianoforte all’Università di Musica e Arti dello Spettacolo di Vienna. Tra i suoi insegnanti si annoverano Michael Jarrell e Johannes Maria Staud. Ha completato entrambi gli studi con lode. Nel 2018 ha ricevuto l’Ö1 Talentebörse Kompositionspreis e nel 2021 una borsa di studio statale per la composizione dal Ministero della Cultura austriaco. Ha composto opere su commissione per Alejandro Biancotti (violoncellista solista dell’Orchestra Haydn di Bolzano), la Platypus Ensemble, l’Ensemble XX. Jahrhundert, la Mitteleuropäische Kammerorchester e molte altre. Anche la comunicazione della musica e della composizione contemporanea è importante per Schmidhammer, motivo per cui tiene regolarmente laboratori di composizione nelle scuole, anche con l’Orchestra Sinfonica di Vienna.